VERTICE DI GRANADA

Migranti, per il no di Ungheria e Polonia salta l'accordo a 27 | Berlino vuole bloccare i finanziamenti alle ong nel 2024

Al vertice di Granada, dopo Sunak, Meloni trova l'intesa anche con Scholz. Duda: senza diritto di veto Ue più ingiusta, inaccettabile la modifica dei Trattati

L'intesa di Granada sui migranti riceve l'attesa picconata di Polonia e Ungheria che, tuttavia, scalfisce solo parzialmente l'unità del blocco comunitario sul dossier. Giorgia Meloni, dopo aver mostrato a tutti i partner europei la sua solida alleanza con il premier britannico Rishi Sunak, riallaccia definitivamente i rapporti con Olaf Scholz, dopo i dissidi degli ultimi giorni sulle ong. Previsto invece il parere negativo del premier polacco Mateusz Morawiecki e dell'ungherese Viktor Orban, che mantengono il loro no rispetto al Patto su migrazione e asilo e fanno saltare la dichiarazione finale a firma di tutti i 27. 

Polonia e Ungheria non mollano -

 Su tutti i temi i leader dei Paesi membri dell'Ue si sono espressi all'unanimità, ma sui migranti Morawiecki e Orban non mollano un centimetro, costringendo di fatto a una dichiarazione della sola presidenza del Consiglio europeo. I due primi ministri non solo non arretrano ma anzi rilanciano: Orban, infatti, ha detto che Polonia e Ungheria "sono state stuprate giuridicamente" in relazione alle nuove regole del Patto su migrazioni e asilo. Parole forti che, tuttavia, secondo Meloni sono frutto di una "difesa dell'interesse nazionale" e che non scalfiscono il fatto che oggi vi sia un Consiglio europeo concorde, in questo caso a livello di 27 Paesi, sul fatto che per contrastare l'immigrazione illegale sia necessario partire dalla dimensione esterna.

Duda: senza diritto di veto Ue più ingiusta, no modifica Trattati -

 "L'allargamento dell'Ue costruirà la nostra prosperità, anche l'ingresso di Kiev porterà a un futuro luminoso. Con l'allargamento alcuni credono si debba arrivare a una modifica dei Trattati: rinunciare al diritto di veto, modificare la modalità di voto procedendo a maggioranza qualificata. Sono aspettative che hanno l'obiettivo di rendere più gerarchica l'Ue e noi non possiamo accettare questo, non è l'Ue che noi vogliamo. Porterebbe alcuni paesi ad avere una voce più forte e altri ad avere una voce più debole o a non avere voce. Sarebbe un'Unione ingiusta, non è accettabile", ha detto il presidente della Polonia, Andrzej Duda, nelle dichiarazioni finali.
 

Meloni: primo obiettivo contrastare le reti dei trafficanti -

 Il "primo obiettivo è contrastare le reti di trafficanti" che sono "organizzazioni criminali che vanno combattute", ha detto Meloni, secondo cui "per questo abbiamo organizzato l'incontro" di giovedì "con Rishi Sunak". "E' la posizione che l'Italia ha iniziato a portare un anno fa e ora di dominio pubblico", ha aggiunto il premier. Dal Regno Unito alla Germania: la premier Meloni riesce a raccogliere il parere positivo di Scholz sul Memorandum d'intesa fra Commissione europea e Tunisia. 

"Scholz d'accordo sulla nostra strategia" -

 "La strategia dell'Ue sui migranti è chiara, a partire dal lavoro fatto in Tunisia, ed è un importante spartiacque per mettere queste soluzioni a terra", ha detto il presidente del Consiglio, secondo cui le indiscrezioni per le quali la Germania vorrebbe indicare la Tunisia come "Paese non sicuro" non risultano e che anzi Scholz le avrebbe detto durante il colloquio a Granada di essere "consapevole che la strategia proposta dall'Italia è l'unica efficace". 

Scholz: "Lavoreremo con l'Italia" -

 Ed è lo stesso Scholz a confermare questo clima di rinnovata amicizia dopo i dissidi sul regolamento sulla gestione delle crisi del Patto Ue su migrazioni e asilo. Con Meloni si è concordato di lavorare "non l'uno contro l'altra, ma l'uno con l'altra", ha detto Scholz, aggiungendo di aver convenuto con Meloni l'intenzione di affrontare il tema con "pragmatismo", ora e in futuro. I due leader, in conclusione del colloquio, si sono dati appuntamento al Vertice intergovernativo italo-tedesco che si terrà in Germania a fine novembre, un appuntamento fondamentale per rinsaldare il legame fra le due più importanti potenze manifatturiere europee.

Berlino vuole bloccare finanziamenti alle ong nel 2024 -

 Il governo tedesco, inoltre, vuole bloccare i finanziamenti delle ong per il soccorso dei migranti nel Mediterraneo per il prossimo anno, dopo le critiche mosse dall'Italia. Lo scrive la Bild, spiegando che nel bilancio 2023, il ministero degli Esteri tedesco aveva stanziato circa due milioni di euro per queste organizzazioni. "Ora il dietrofront: nella stesura del bilancio per il 2024 il ministero non ha nuovamente inserito la nota sui due milioni" per le ong, e fonti della commissione Bilancio hanno detto che "non è una svista. La cancelleria è contraria al pagamento ulteriore, e il ministero degli Esteri la pensa allo stesso modo".

Sanchez escluso dal tavolo -

 Dalla Germania alla Spagna: dal presidente del governo Pedro Sanchez, che detiene la presidenza di turno del Consiglio Ue, emerge un malcelato disappunto sulla mancanza di unanimità in relazione al dossier migranti ma anche per quello che giovedì il quotidiano iberico "El Mundo" ha presentato come un eccessivo protagonismo dell'Italia. Meloni è riuscita a portare in cima all'agenda dei lavori il dossier migratorio, uno sviluppo non previsto da Sanchez che, peraltro, è rimasto anche escluso dal "tavolo a sei" sul contrasto ai trafficanti di esseri umani che, per come si è sviluppato, è stato l'evento più importante della due giorni di Granada. 

Nuovo asse Francia-Italia -

 Da un formato ristretto a quattro, con Meloni, Sunak e i premier di Paesi Bassi e Albania, Mark Rutte ed Edi Rama, infatti, la riunione ha visto la partecipazione anche del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma non del padrone di casa. Ad acuire l'indisposizione spagnola rispetto alla riunione anche la dichiarazione congiunta finale in otto punti che, sebbene non vincolante, ha mostrato un nuovo asse che vede la Francia e l'Italia allineate e la Commissione europea nel ruolo di garante.

Meloni: punto a un nuovo rapporto con l'Africa -

 In conclusione dei lavori, Meloni ribadisce che, sebbene l'Italia approvi le nuove regole del Patto su migrazione e asilo, queste non rappresentano ancora del tutto la posizione del suo governo, che punta allo sviluppo di un nuovo rapporto con l'Africa, piuttosto che a "un problema vecchio" come quello dei rimpatri. Un dossier non risolutivo perché si basa sull'approccio dello "scaricare a un altro il problema" che non si può o vuole gestire a casa propria, ha spiegato il premier.

Opportunità di sviluppo che arrivano dall'Europa -

 Il vero cambio di paradigma sta quindi in questa rinnovata relazione con l'Africa che non si basi sul proporre ai Paesi del continente dei pagamenti per tenersi dei problemi che "non vogliamo in casa nostra" ma sulle opportunità di sviluppo che l'Europa può garantire. "Possiamo aiutare con investimenti a valorizzare, anche per interessi nostri", le loro risorse, ha detto Meloni. Si possono "costruire partnership strategiche per far capire a queste nazioni che l'approccio dell'Unione europea è cambiato", ha aggiunto il presidente del Consiglio. Meloni sembra concludere la due giorni di Granada tutto sommato con soddisfazione, perché il dibattito sui migranti resta centrale e perché il consenso rispetto alle posizioni espresse dall'Italia si sta allargando: il vero dilemma sarà convincere i suoi "amici" Morawiecki e Orban a giungere a più miti consigli, consapevole del fatto che un'intesa a 25, non sarà un’unanimità ma è certamente un risultato che l'Italia non può permettersi di sprecare.