Il caso

Gorizia, gli Usa si rifiutano di estradare in Italia un uomo accusato di aver stuprato la figlia per poi scappare

L'uomo era già stato coinvolto in un procedimento penale per violenza sessuale ai danni di un'altra figlia

© -olycom

Un 50enne con doppia cittadinanza (italiana e americana) avrebbe stuprato la figlia - nata nel 1997 - per 12 anni per poi scappare negli Stati Uniti. Finora, l'uomo è riuscito a evitare il processo perché, nonostante l'Italia ne abbia chiesto l'estradizione, gli Usa si rifiutano di accordarla. Lo riporta Il Messaggero. I fatti di cui l'uomo è accusato si sarebbero svolti tra Sagrado, in provincia di Gorizia, dove l'uomo viveva prima di fuggire, e gli Stati Uniti. Fino al 2019, la ragazza è stata seguita da un centro di igiene mentale.

L'uomo, che ora vive a Palestine, in Texas, è accusato di aver costretto la figlia "con più azioni di uno stesso disegno criminoso" a subire "da quando aveva sei anni fino a dopo che ne aveva compiuti diciotto ripetuti atti sessuali nella camera da letto della sua abitazione", si legge nel capo di imputazione, come riporta Il Messaggero. L'uomo è accusato di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima e dal rapporto di parentela. Il procedimento penale, affidato al sostituto procuratore di Gorizia Giulia Villani, è nella fase delle indagini preliminari. 

La procura di Gorizia ha chiesto alle autorità locali americane di "procedere alla identificazione dell'uomo e di notificargli l'avviso di garanzia, invitandolo a eleggere domicilio in Italia, in modo poi da poterlo sottoporre - in caso di rinvio a giudizio - a un processo". Nell'atto, il pm ha chiesto massima collaborazione e invocato "il Trattato tra Stati Uniti e Italia sulla mutua assistenza giuridica nelle questioni penali, firmato il 9 novembre 1982", anche considerando che l'uomo era già stato coinvolto in un procedimento penale per violenza sessuale ai danni di un'altra figlia. Ma gli Stati Uniti, come spesso accade, non hanno concesso l'estradizione.

"Io e la collega Diana Firling di New York riteniamo che l'Italia non sia competente a giudicare, ma che lo sia la Corte statunitense. Auspico che gli Usa concedano la massima tutela all'indagato, mettendolo al riparo anche da future richieste delle autorità italiane", ha dichiarato l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, difensore dell'uomo e direttore dell'Alta scuola estradizioni.

Ti potrebbe interessare