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Migranti, c'è l'accordo degli ambasciatori Ue sul nuovo patto

L'Italia ha votato a favore, Varsavia e Budapest contrarie. Il ministro degli Esteri Tajani: "È un risultato positivo, un successo per il nostro Paese". Il cancelliere tedesco Scholz: "Svolta storica". Viceministro Interno ungherese: "Il patto non ferma il fenomeno"

Sul dossier migranti è stato trovato l'accordo tra gli ambasciatori Ue sul regolamento delle crisi del nuovo patto. L'intesa è stata raggiunta dopo che la Germania ha accettato di tornare al testo formulato a luglio che non conteneva alcun riferimento alle operazioni condotte dalle Ong. Contrarie Polonia e Ungheria, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute. L'Italia ha votato a favore. "È un risultato molto positivo, un successo per il nostro Paese", ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Budapest: il patto Ue non ferma la migrazione ma la impone. 

L'accordo è stato raggiunto nella riunione dei rappresentati permanenti degli Stati membri presso la Ue (Coreter) che prepara a livello tecnico il Consiglio dei ministri dell'Unione.

"L'emendamento della Germania rappresentava un passo indietro, è stato ritirato: è  passata la posizione italiana", sottolineano fonti di Palazzo Chigi dopo l'accordo tra i 27 sul testo chiave sul regolamento delle crisi del Patto Ue sui migranti. Le stesse fonti spiegano che l'intesa è arrivata dopo trattative ad alto livello e a livello diplomatico: "Non era una partita fra Italia e Germania ma interessava tutti i Paesi", spiegano ancora le stesse fonti, esprimendo "la grande soddisfazione dell'Italia per l'intesa. L'emendamento è stato ritirato: i fatti contano più delle parole".
 

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Germania: svolta storica  Anche per il cancelliere tedesco Olaf Scholz l'accordo Ue sulla gestione delle crisi dell'immigrazione è una "svolta storica". "L'accordo sul regolamento delle crisi come parte della riforma europea dell'asilo è una buona notizia. La riforma limiterà efficacemente l'immigrazione irregolare in Europa e alleggerirà in modo duraturo l'onere di Stati come la Germania. Una svolta storica", ha scritto Scholz su X.

Punto su Ong declassato   Nel compromesso della presidenza spagnola dell'Ue concordato dai Paesi membri sul regolamento per la gestione delle crisi migratorie, il passaggio sulle Ong, al centro dei negoziati tra Roma e Berlino, pur restando è stato declassato nella sezione dei 'considerando' mentre prima figurava come un emendamento al testo. Il punto riguarda l'esclusione dei salvataggi delle Ong dalle situazioni di strumentalizzazione della migrazione che, stando alla normativa, attiverebbero l'emergenza flussi. E' questa la modifica che ha permesso di sbloccare lo stallo. 
 

"Affrontare situazione di crisi nell'asilo"  Il testo approvato, si legge in una nota, "stabilisce il quadro di riferimento che consentirebbe agli Stati membri di affrontare situazioni di crisi nel campo dell'asilo e della migrazione modificando alcune regole, ad esempio per quanto riguarda la registrazione delle domande di asilo o la procedura di frontiera per l'asilo".

Misure di solidarietà e sostegno all'Ue   I Paesi interessati potranno inoltre richiedere misure di solidarietà e sostegno all'Ue e ai suoi Stati membri. In situazioni di crisi o di forza maggiore, spiega ancora il Consiglio, "gli Stati membri possono essere autorizzati ad applicare norme specifiche in materia di asilo e di procedure di rimpatrio".

Contributi di solidarietà   Tra le altre misure, la registrazione delle domande di protezione internazionale può essere completata entro quattro settimane dalla loro presentazione, alleggerendo l'onere per le amministrazioni nazionali sovraccariche. I contributi di solidarietà che uno Stato membro può chiedere in situazione di crisi potranno, secondo la posizione adottata dal Consiglio, assumere la forma di: ricollocazione di richiedenti asilo o beneficiari di protezione internazionale dallo Stato membro in situazione di crisi agli Stati membri contributori; compensazioni di responsabilità, vale a dire che lo Stato membro sostenitore si assumerebbe la responsabilità di esaminare le richieste di asilo al fine di aiutare lo Stato membro che si trova in una situazione di crisi; e contributi finanziari o misure di solidarietà alternative.

Queste misure eccezionali e questo sostegno di solidarietà, si legge nella nota, richiedono l'autorizzazione del Consiglio, in conformità con i principi di necessità e proporzionalità, e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini di Paesi terzi e degli apolidi. Il regolamento che affronta le situazioni di crisi fa parte del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo proposto dalla Commissione il 23 settembre 2020. La posiziona raggiunta costituirà quindi la base dei negoziati tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo. 

Ungheria: il patto Ue non ferma la migrazione  Il regolamento della gestione delle crisi "non fermerà la migrazione, ma la impone agli Stati membri". Questo il commento del viceministro dell'Interno ungherese, Retvari, che accusa Bruxelles di aver "forzato il testo finale" permettendo agli Stati membri di "discutere la normativa solo pochi minuti prima del voto. Pertanto il dibattito su questo tema critico è durato solo 13 minuti". 

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