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Caso migranti, Nordio: "Impugneremo il provvedimento del giudice di Catania" | Magistrati: "Governo mina nostra autonomia"

La Meloni rassicura: "Nessuno scontro con i magistrati". Al Csm discuterà del caso del giudice di Catania ma sulla sua difesa l'organo si divide

Ansa

Sul caso dei migranti e della mancata convalida del trattenimento in un Cpr di tre tunisini per decisione del giudice di Catania, è intervenuto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. "Ho letto il provvedimento e credo che ci siano fondate ragioni per fare ricorso in Cassazione di concerto con il ministero degli Interni", ha detto. Il guardasigilli ha parlato di un provvedimento oggetto "di studio e valutazione nel merito". L'Anm non ci sta: "Il governo mette in discussione l'indipendenza dei magistrati". 

Giorgia Meloni dal palco del Festival delle Regioni ha confermato: nessuno scontro con la magistratura. Ma il clima tra le toghe e l'esecutivo non sembra tornare alla calma. I magistrati lanciano una pesante accusa: "Il governo mette in discussione la nostra indipendenza". Tutto nasce dalle esternazioni della Meloni sul caso del giudice di Catania Iolanda Apostolico la quale non ha convalidato il trattenimento di tre migranti nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Pozzallo e che per questo è finita nella bufera. Provvedimento che il governo si appresta probabilmente a impugnare: per il ministro della Giustizia Carlo Nordio ci sono infatti "fondate ragioni" per fare ricorso in Cassazione, di intesa con il Viminale.

Viminale: "Al lavoro con Avvocatura, 60 giorni per il ricorso"  In merito alle sentenze della giudice Catania, Iolanda Apostolico, l'intenzione del governo - a quanto si apprende - è di procedere con il ricorso in Cassazione, entro i previsti 60 giorni, in considerazione del fatto che si ritiene la normativa italiana "del tutto coerente con quella europea e con il dettato costituzionale". Il ricorso è seguito dagli uffici del Viminale insieme all'Avvocatura dello Stato. 

L'Anm difende il giudice Apostolico  Non fa sconti all'esecutivo l'Associazione nazionale magistrati. Le dichiarazioni di "esponenti del governo e della maggioranza parlamentare esprimono una preoccupante visione delle prerogative di verifica di legalità esclusivamente attribuite alla magistratura e ne minano l'indipendenza e l'autonomia", attacca la giunta del sindacato delle toghe. E in un documento di sostegno alla collega di Catania richiama i principi "basilari in ogni democrazia liberale", a partire dal controllo giurisdizionale sui provvedimenti che limitano la libertà personale che costituisce "patrimonio irrinunciabile di uno Stato di diritto".

Il Csm si spacca sulla vicenda  L'accusa che muove l'Anm è sostanzialmente la stessa contenuta nella richiesta di apertura di una pratica a tutela di Apostolico formalizzata al Comitato di presidenza del Csm da 13 consiglieri. Un'iniziativa che spacca i togati, visto che a sottoscriverla sono gli eletti di Area, Unicost e gli "indipendenti" Roberto Fontana e Andrea Mirenda ma non i 7 consiglieri di Magistratura Indipendente, il gruppo dei "conservatori". Proprio per ottenere la loro adesione dal testo è stato tolto il riferimento diretto a Meloni. Ma si parla di "dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza parlamentare e dell'esecutivo che, per modi e contenuti, si traducono in autentici attacchi all'autonomia della magistratura" e in "una grave delegittimazione professionale" della giudice che ha scritto la contestata ordinanza. I firmatari vanno giù pesanti e rincarano: "l'accusa ai magistrati di essere nemici della sicurezza della Nazione, un ostacolo alla difesa dell'ordine pubblico e di scagliarsi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto pone in discussione la funzione stessa della giurisdizione in uno Stato di diritto".

A far discutere ora al Csm è la spaccatura  "Non abbiamo ritenuto opportuno sottoscrivere la richiesta perché a prescindere dal merito noi al Consiglio non facciamo politica", spiega in prima battuta la consigliera del Csm Bernardette Nicotra, di Magistratura Indipendente. Poi è una nota del gruppo a chiarire che la scelta è stata fatta per "non alimentare ulteriormente la dannosa contrapposizione tra istituzioni democratiche in atto, fermo restando il doveroso rispetto delle decisioni giurisdizionali e l'auspicio che la legittima critica degli stessi abbia a oggetto il loro contenuto". 

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