Benessere psicofisico

Microstress: i piccoli intoppi che rovinano le giornate (e la salute)

Sembrano inconvenienti di poco conto ma alla lunga ci avvelenano e ci fanno vivere male

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Lo stress è il nemico numero uno delle nostre giornate: una litigata con il capo, un guasto all’auto o un inconveniente in casa possono essere fonte di malumore e di rabbia che, come ben sappiamo, ci farà ritrovare, a sera, stanchi e scontenti. Che dire però delle giornate in cui apparentemente non accade nulla di particolare, ma che si concludono con la stessa sensazione di esaurimento? Proviamo ad analizzare quello che è successo: potremmo scoprire di aver dovuto affrontare una lunga serie di piccoli contrattempi e che questi, tutti insieme, ci pesano addosso come un macigno. Sono i microstress, i piccoli intoppi quotidiani dei quali ci rendiamo conto a malapena, ma che alla lunga ci avvelenano la vita. Per il loro apparente poco peso, facciamo fatica persino a individuarli e proprio per questo può essere difficile difendersi. È invece importante adottare contromisure adeguate, se non vogliamo subirne le conseguenze.   

STRESS E MICROSTRESS – Lo stress è il senso di tensione e di ansia che deriva da sfide o avvenimenti dei quali siamo, di solito, ben consapevoli. Possiamo sentirci stressati, ad esempio, da situazioni difficili al lavoro, dalla necessità di gestire un trasloco o da un viaggio che sembra non finire mai. Il microstress è invece più subdolo: può scaturire dalla necessità di svegliarsi un'ora prima del solito, dal dover incastrare un appuntamento in un'agenda già affollata o dai capricci quotidiani di un bambino che non vuole saperne di andare a scuola. In fondo, non si tratta di nulla di drammatico, tanto che a volte non ci facciamo neppure caso: sono le piccole difficoltà di ogni giorno, relativamente facili da gestire e comunque inevitabili, tanto che ci abbiamo "fatto il callo" e non ci pensiamo neanche più. Ma è proprio questo il loro aspetto più pericoloso: i singoli fattori di microstress sembrano gestibili lì per lì, ma con il loro accumulo possono creare effetti a catena dalle conseguenze importanti che, tra l'altro, possono trasformarsi in fonti di stress e microstress per chi ci sta vicino.

LA BIOCHIMICA DELLO STRESS E DEL MICROSTRESS - Il cervello umano è programmato per reagire allo stress. Davanti a un evento considerato minaccioso, le ghiandole surrenali producono alcuni neurotrasmettitori che fanno scattare la reazione "attacco o fuga": quando poi la minaccia si allontana, i livelli di questi ormoni si abbassano, riportando l'organismo in condizioni di quiete e di riposo.  Nel caso del microstress, invece, la reazione del cervello rimane confusa. Spiega Joel Salinas, neurologo comportamentale e ricercatore presso la Grossman School of Medicine della New York University, e direttore medico di Isaac Health: "Immaginiamo il vento che erode una montagna: non è la stessa cosa di una grande esplosione che fa un buco nella roccia, ma con il tempo, se il vento non si ferma mai, ha il potenziale di ridurre lentamente l'intera montagna a un ciottolo". Anche i microstress, come lo stress "normale", fanno aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, e innescano cambiamenti ormonali o metabolici, nocivi per la salute. In più, mentre danneggiano il nostro organismo, non vengono neppure percepiti dal cervello come una minaccia e quindi non si innescano i meccanismi protettivi che entrano in azione davanti a uno stress evidente.

COME DIFENDERSI DAI MICROSTRESS – In linea generale valgono le stesse armi con cui combattiamo lo stress: la meditazione, l’attività fisica, la mindfulness. Il limite di queste pratiche, però, sta nel fatto che aiutano a gestire la tensione e l’ansia, ma nello stesso tempo aumentano la capacità di sopportazione senza rimuovere lo stress in se stesso. Può essere utile quindi imparare a identificare le fonti di microstress e cercare di rimuoverle a una a una. Ad esempio: 
- cambiare mezzo di trasporto se è impossibile parcheggiare l’auto nei pressi del posto di lavoro;
- imparare a rifiutare incarichi supplementari, anche se si tratta di fare un favore a qualcuno, quando già ci sente oberati dalle proprie mansioni;
- evitare di generare microstress in chi ci sta vicino;
- chiedere la collaborazione di familiari e colleghi perché si astengano nei limiti del possibile da comportamenti che ci irritano e ci infastidiscono;
- imparare a dare significati nuovi ai fatti quotidiani, ad esempio lasciando scivolare addosso le cose considerate irritanti;-

- impegnarsi per instaurare nuove relazioni autentiche che aggiungono spessore alla vita e contribuiscono a mitigare gli effetti del microstress.