RETROGAMING

Mr. Do, le colorate avventure sotterranee del clown dei videogiochi

Riscopriamo la storia di un classico del retrogaming che, prima dei dinosauri di Bubble Bobble, rappresentava una vera e propria mascotte per Taito

© Ufficio stampa

La Taito degli anni '80 era sicuramente nota grazie allo storico Space Invaders e ai colorati dinosauri sparabolle di Bubble Bobble, due classici del retrogaming che hanno fatto la storia del settore videoludico. Nel suo catalogo però trova spazio anche un altro personaggio: lo strano clown di nome Mr. Do, creato dallo studio giapponese Universal (da non confondere con l'omonima casa cinematografica).

Costui è protagonista di un bel videogioco pubblicato in sala giochi 1982 e apparentemente simile al suo collega (e coetaneo) Dig Dug.

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Nel videogame, intitolato Mr. Do! (rigorosamente col punto esclamativo), controlliamo il clown impegnato a scavare attraverso colorati livelli in cerca di frutta da raccogliere per accumulare punti. A cercare di ostacolarlo troviamo l’immancabile set di strane creature che fanno di tutto per tentare di toccarlo, sottraendogli così una preziosa vita. Fortunatamente Mr. Do non è uno sprovveduto e può utilizzare la sua fida palla rimbalzina per eliminare i nemici, facendo tuttavia attenzione a riprenderla il prima possibile onde evitare di rimanere indifeso.

Un gameplay semplice ma accattivante valorizzato ulteriormente da qualche altra sfumatura, come grosse mele da usare per schiacciare col giusto tempismo i nemici inseguitori e un sistema di bonus progressivi che consente ai maniaci del punteggio di puntare a importanti "high score", domando così quel pizzico di profondità extra indispensabile per primeggiare nelle affollate sale giochi dei primi anni '80. E in effetti di successo Mr. Do! ne ha riscosso, risultando un coin-op molto giocato in tutto il mondo, sebbene mai vicino all’acclamazione popolare di titoli come Pac-Man o Frogger.

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Un importante primato però Mr. Do! lo detiene: si tratta infatti del primo videogame venduto anche in formato di kit di conversione, ovvero tramite una scheda con cui era possibile modificare dei cabinati di altri videogame: un’opzione molto importante che permetteva ai gestori delle sale giochi di installare un nuovo videogame senza necessariamente comprare un nuovo cabinato. Una soluzione che ha permesso a Mr. Do! di superare quota trentamila copie negli Stati Uniti: Taito è molto contenta del suo successo e commissiona a Universal un seguito, lasciando però alle spalle la struttura da "maze game" per proporre un vero e proprio videogame di piattaforme.

Ecco dunque che appena un anno dopo, nel 1983, debutta Mr. Do! Castle, secondo episodio delle avventure del simpatico clown che propone un gameplay del tutto differente (ma non meno divertente), reiterando in buona parte il successo del primo capitolo. Quanto basta a giustificare la creazione di ben due nuovi titoli per quella che di fatto divenne in quegli anni la vera e propria mascotte di Taito e Universal: nel 1984 arrivano infatti in sala giochi Mr. Do! Wild Ride (ambientato in un colorato luna park) e Do! Run Run, quarto e (per ora) ultimo capitolo delle avventure del clown con la pallina.

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La carriera di Mr. Do si prende una pausa fino al 1997, quando a sorpresa torna su Neo Geo con Neo Mr. Do!, bella rivisitazione del primo capitolo che non riesce però a farsi notare tra altri classici del retrogaming come Fatal Fury e Art of Fighting sul sistema targato SNK. Nel frattempo Mr. Do! e i relativi sequel sono stati convertiti su tante piattaforme di gioco domestiche come Commodore 64, Atari 2600, Super Nintendo e Game Boy, riscuotendo un discreto risultato di vendite e consolidando anche sugli schermi casalinghi la popolarità del simpatico clown.