La sirena più famosa dei nostri giorni non fa il bagno negli oceani, ma nel caffè. E non sorride ai passanti da uno scoglio, bensì da un bicchiere. Da Seattle ai profili social di tutto il mondo, il simbolo di Starbucks ha fatto il giro del mondo, eppure ben presto potrebbe dire addio alla sua iconica tazza usa e getta. In nome, ovviamente, della sostenibilità.
Entro il 2030 il colosso del caffè si impegna a rinunciare ai contenitori monouso, al primo posto tra gli sprechi per l’azienda. Una promessa virtuosa, che tutti sperano diventi realtà. Non è infatti la prima volta che l’azienda statunitense fa dichiarazioni del genere. Già nel 2008 si era posta come obiettivo quello di rendere i suoi bicchieri riutilizzabili o riciclabili al 100% entro il 2015. Data superata senza grandi risultati.
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C’è da dire che negli ultimi anni è stato costantemente aumentato il materiale riciclato nella produzione dei contenitori di carta, che in alcune sedi è arrivato al 30%. Inoltre, entro la fine dell’anno vorrebbe ridurre anche la quantità di polietilene nel rivestimento dei bicchieri.
Insomma, piccoli passi verso una sfida più grande: dire addio alla comodità del monouso. Del resto, la velocità è una delle chiavi vincenti di Starbucks e le tazze usa e getta sono sicuramente la scelta più pratica. Una comodità a cui i clienti in primis farebbero fatica a rinunciare, ma a cui dovranno abituarsi. Perché il bisogno di aiutare il Pianeta è senz’altro più urgente di quello di scattare una foto al proprio caffè.