La polemica

Catania, giudice libera tre migranti: "Decreto del governo illegittimo" | Il Viminale impugnerà la decisione

Nel provvedimento si legge che le misure introdotte dall'esecutivo sono "incompatibili con le norme Ue". Salvini: "Serve una profonda riforma della giustizia". Fratelli d'Italia: "Decisione politica e ideologica"

Il Tribunale di Catania ha accolto il ricorso di tre migranti tunisini, sbarcati a metà settembre a Lampedusa e poi portati nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il recente decreto del governo "illegittimo in più parti". In particolare, sottolineano fonti legali, "il giudice contesta la nuova procedura di trattenimento e la cauzione di 5mila euro da pagare per non andare nel centro". Il ministero dell'Interno impugnerà il provvedimento: la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento sarà quindi sottoposta al vaglio di un altro giudice.

Giudice: "Decreto incompatibile con le norme Ue" -

 Ad essere messo in discussione è il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, che sono in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata, e la relativa cauzione di cinquemila euro per rimanere in libertà: secondo il giudice civile di Catania, Iolanda Apostolico, è illegittima e confligge con la normativa dell'Unione europea oltre a non essere in linea con i principi costituzionali. E' quanto basta per innescare uno scontro e rinnovare polemiche tra esponenti della maggioranza di governo e la magistratura. 

Salvini e Fratelli d'Italia contro la decisione -

 Il ministro Matteo Salvini, riportando su X le motivazioni addotte dal giudice, conclude che "serve una profonda riforma della giustizia" mentre la deputata di Fratelli d'Italia, Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione del partito, bolla come "decisioni politiche e ideologiche" le mancate convalide di trattenimento. "Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all'ideologia", aggiunge.

Anm: "Questa è la democrazia" -

 Ma il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, al contrario sottolinea: "Noi non partecipano all'indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. E' fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia". A difendere il provvedimento del giudice etneo, tra gli altri, l'opposizione con i Radicali ("ha fermato l'escalation razzista"), il leader di Si Fratoianni ("il governo è contro la legge") e il deputato del Pd Mauri ("una decisione solida").

Il ministero dell'Interno annuncia il ricorso -

 La vicenda rischia di mettere in discussione, stando ai rilievi del giudice, i recenti provvedimenti del governo e lo stesso decreto Cutro. Il ministero dell'Interno, annunciando che ricorrerà contro la decisione del tribunale di Catania, sottoporrà quindi al vaglio di un altro giudice la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nei provvedimenti. Fonti vicine al dossier migranti sottolineano che "la procedura accelerata di frontiera è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013, trova oggi l'unanime consenso dei Paesi europei nell'ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l'asilo e che il governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro".

Due dei tre migranti erano già stati espulsi -

 Resta da capire ora, nel caso di nuove ondate di migranti provenienti dai Paesi cosiddetti sicuri come la Tunisia (con la quale l'Italia ha specifici accordi per il rimpatrio), quali saranno le decisioni dei giudici, anche di altri Tribunali, alle prossime richieste di convalida di trattenimento. Intanto si apprende che due dei provvedimenti di Catania riguardano due cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti, e dunque rientrati in Italia nonostante l'espulsione. In un caso era stata chiesta la protezione per un caso di persecuzione per caratteristiche fisiche, nell'altro caso per dissidi con i familiari della ragazza di uno dei migranti.

Sindaco Pozzallo: "Le sentenze si rispettano" -

   Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. "Le sentenze si rispettano - ha dichiarato -. Ho manifestato sempre le perplessità sulla istituzione di questi centri. Il fenomeno dell'immigrazione non si può affrontare solo con queste modalità. Aspettiamo, comunque, che il ministero dell'Interno dia indicazioni precise, atteso che non cambia la posizione collaborativa con tutte le istituzioni della città di Pozzallo, da sempre orientata a favorire le politiche dell'accoglienza e dell'integrazione". 

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