L'Istat segnala un ulteriore, seppur lieve, rallentamento dell'inflazione a settembre. Secondo le stime preliminari, nel mese l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, da +5,4% del mese precedente. La nuova discesa, spiega l'Istituto, risente dell'andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita annua "si riduce sensibilmente pur restando su valori marcati" (+8,6%).
Si registra, d'altra parte, un'accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla minore flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -29,6% a -27,8%) e dall'aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%).
Anche l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,0%, registrato ad agosto, a +4,8%). Si affievolisce, prosegue l'Istat, la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6,0%), mentre si accentua quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto.
Su base mensile, la crescita dell'indice generale si deve principalmente all'aumento dei prezzi degli energetici sia regolamentati (+2,5%) sia non regolamentati (+1,6%), degli alimentari non lavorati (+0,6%), dei beni semidurevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi) e dei Servizi vari (+0,3%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'attenuazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%).
Inoltre, in base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dell'1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e del 5,7% su base annua (in accelerazione da +5,5% di agosto).