i negoziati

Migranti, Patto Ue: apertura tedesca e accordo più vicino, ma l'Italia prende tempo

La Germania propone un testo di compromesso per un nuovo patto, Piantedosi lascia il vertice per incontrare i ministri di Libia e Tunisia

Una riunione "interlocutoria", al termine della quale è "in corso un approfondimento" da parte dell'Italia sulla proposta di compromesso della presidenza spagnola relativa al regolamento delle crisi inserito nel Patto su migrazioni e asilo. Riferiscono così fonti di Governo dopo il confronto al Consiglio affari interni sulla migrazione a Bruxelles.

Il vertice di oggi -

 L'obiettivo della riunione del Consiglio Ue di oggi era trovare un accordo sull'ultima parte ancora controversa del Patto Ue su Immigrazione e Asilo, uno stallo che perdurava da luglio. A imprimere una svolta, è stato lo stesso cancelliere Olaf Scholz, alla vigilia del consiglio: il Cancelliere ha respinto le pressioni del partito di governo dei verdi che chiedevano l'astensione. Ma dopo l'ok della Germania, l'accordo è tornato in bilico per i dubbi espressi dall'Italia, che chiede più tempo per vagliare il nuovo testo. A sollevare i dubbi di Roma sarebbe l'esclusione delle Ong come attori che possono essere coinvolti in attacchi ibridi di strumentalizzazione dei migranti, accordata a Berlino. "Siamo fiduciosi di ottenere un buon risultato sulla gestione della crisi" afferma il ministro degli interni tedesco Nancy Faeser. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è rientrato in Italia dopo aver partecipato alla prima parte del Consiglio. Il titolare del Viminale non è intervenuto nella sessione pubblica del Consiglio ed ha lasciato l'incontro in anticipo, senza rilasciare dichiarazioni alla stampa, per recarsi a Palermo per un incontro con i ministri omologhi di Tunisia e Libia.

L'Italia prende tempo -

 L'Italia ha chiesto tempo per valutare il nuovo compromesso proposto dalla presidenza spagnola per andare incontro alle richieste della Germania, in particolare sulle tutele per i migranti e sull'esclusione dei salvataggi delle Ong dalle situazioni di strumentalizzazione della migrazione che, stando alla normativa, attiverebbero l'emergenza flussi. L'accordo è vicino, ma la frenata potrebbe far slittare l'intesa attesa per oggi.

In mattinata, la Commissione europea aveva esortato gli Stati membri a trovare un'intesa per dotare l'Unione europea di un quadro efficace di norme. "Ci stiamo ora avvicinando al grande accordo di cui l'Europa ha bisogno dopo molti anni di fallimenti", ha rimarcato la vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, ora bisogna portare a casa il risultato perché "dobbiamo privare i demagoghi e i populisti dell'argomentazione secondo cui l'Europa non può risolvere il nostro problema migratorio".

I prossimi passi -

 Il dossier resta però aperto. Berlino ribadisce l'intenzione di continuare a finanziare le Ong impegnate nel soccorso in mare sino a quando non si raggiungerà un'intesa per un'operazione congiunta europea. Il nostro governo spinge per una missione navale ma bisognerà trovare un accordo con tutti i paesi. Sull'idea di istituire una zona Sar tunisina, la commissaria Johansson ha evidenziato che "le autorità tunisine sono responsabili della ricerca e del salvataggio nella loro zona e stanno già effettuando operazioni di ricerca e salvataggio", quello che manca sono attrezzature di sorveglianza e strumenti e su questo "siamo pronti a fornire supporto". La commissaria riporta anche la situazione sul campo, con più di 250.000 arrivi irregolari nell'Unione europea. "L'incremento principale riguarda la rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia e soprattutto verso Lampedusa che è veramente sotto pressione. Allo stesso tempo, abbiamo 600.000 richieste di asilo, ovvero più del doppio degli arrivi irregolari. Ciò dimostra anche che la nostra sfida è molto più grande della prevenzione degli arrivi irregolari e che dobbiamo lavorare con i paesi terzi su tutti coloro che arrivano legalmente in aereo per chiedere asilo nell'Unione europea"

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