Gucci, ancora. È un modo di vestire gentile, garbato, misurato, quello proposto dal nuovo direttore creativo Sabato De Sarno. La collezione della prossima primavera estate è essenziale, con le linee e i tagli degli abiti che seguono il corpo, lo accompagnano, lo rispettano, non lo costringono. La sfilata più attesa di questa Fashion Week milanese non poteva segnare in modo più netto l’inizio del nuovo corso.
Lo show di Gucci si è chiuso con la voce ineguagliabile di Mina, con le note di “Ancora, ancora, ancora”, celebre brano del 1978, in una versione rivisitata. A curare la musica dell’evento è stato Mark Ronson, dj, produttore, musicista britannico. È lo stesso Sabato De Sarno a raccontare “una storia che nasce dalla gioia di vivere – spiega nel manifesto diffuso dalla maison –. Dalla passione e dall’umanità, dalle persone e dalla vita reale, da un fascino irriverente, dalla provocazione e dalla sicurezza di sé, dalla semplicità, dalle sensazioni repentine e dalle emozioni. Da una forma d’arte precisa, fatta di parole - parole nelle opere, parole nelle foto, parole negli spazi, solo parole -. È una storia di ricchezza e di desiderio. Di rosso, ma anche di blu e di verde. Di flash e di spontaneità, di una festa alle prime luci del mattino”.
Prosegue sempre De Sarno: “È una storia a carte scoperte, orgogliosa, manifesta, anche se potrebbe sembrarlo non è proibita a nessuno, è libera e piena di euforia. È una storia di persone splendide, tutte diverse tra loro; è fatta di immagini Getty in cui le persone hanno stile a ogni età, è inclusiva, tutte e tutti sono benvenuti. È una storia fatta di film, della mia amata Italia, di intellettuali e di viaggi in giro per il mondo, ma è anche sentirsi a casa ovunque si vada. È una storia di oggetti - lucenti, freddi al tatto ma caldi nell’anima e nel cuore -. Oggetti attraenti e da collezionare, non per un museo, per essere indossati nella vita di tutti i giorni. È una storia di musica e di nottate, di sudore, di balli, di canti. È una storia di famiglia, di baci, tanti e tanti baci. È la storia di tutto, ancora, un tutto che stavolta si manifesta attraverso la gioia”.