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Guerra in Ucraina, al Papa un orso di peluche "ferito" in memoria dei bimbi morti

L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash ha portato a Francesco un simbolo forte da un bombardamento a Dnipro, a rappresentare le piccole vittime del conflitto

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Un orso gigante di peluche da Dnipro, con una "ferita" sulla zampa destra, alcune scuciture e bruciature, in ricordo di tutti i bambini ucraini che ora non potranno più giocare con un pupazzo perché le loro giovani vite sono state interrotte da un razzo o da un missile. È un dono fortemente simbolico quello che l'ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede Andrii Yurash ha consegnato a papa Francesco, che lo ha ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico, come riporta Vatican News.

Ucraina, un orso di peluche al Papa in memoria dei bimbi morti  Con l'ambasciatore Yurash, rappresentante di Kiev presso la Santa Sede dall'aprile 2022, circa un mese e mezzo dopo il primo attacco russo, il Papa si è intrattenuto per circa un'ora di colloquio nella Sala della Biblioteca apostolica, alla presenza di un francescano ucraino come traduttore.

L'ambasciatore ha portato al Papa "parole calorose di ringraziamento" da parte del presidente Volodymyr Zelensky e del ministro degli Affari Esteri Dmytro Kuleba.

L'orso di peluche arriva da una casa distrutta il 14 gennaio a Dnipro, Ucraina orientale, da un razzo russo. Nell'attacco fu colpito direttamente un edificio: 46 le persone rimaste uccise, di cui tre bambini; altre 75 ferite, tra loro 13 minori.

L'orso era stato ritrovato quasi integro tra le macerie, ed è diventato presto uno dei simboli e delle prove materiali della sofferenza del popolo ucraino.

Il diplomatico ha accompagnato il dono con alcune fotografie che mostravano il peluche subito dopo il bombardamento: seduto, con il capo rivolto verso il basso, tutto intorno la distruzione. Immagini che hanno avuto ampia diffusione in Ucraina.

Francesco, conclude una nota di Vatican News, ha ricambiato il gesto con un Rosario e con l'assicurazione che non mancheranno mai la sua vicinanza e le sue preghiere per l'Ucraina e la popolazione che ormai più di un centinaio di volte ha ricordato come "martoriata" in ogni pronunciamento pubblico.

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