Due valigie stracolme di vestiti, il passeggino, i giochi accatastati nel bidet e il biberon ancora mezzo pieno di latte. In concomitanza alla sua deposizione in aula, "Morning News" mostra in esclusiva le immagini della casa della periferia milanese in cui Alessia Pifferi viveva con la figlia Diana, la bimba di 18 mesi morta di stenti lo scorso luglio.
Da segnalare, le benzodiazepine sul piano della cucina e - soprattutto - il frigorifero mezzo vuoto, contenente soltanto cibi per adulti. Dal sopralluogo della scientifica è, infatti, emerso che in casa "a parte una confezione di latte intero, non vi fossero prodotti alimentari specifici per garantire una crescita adeguata della bambina".
"Pensavo che i biberon bastassero", ha dichiarato Pifferi davanti alla Corte d'Assise di Milano. "Ho lasciato Diana da sola in casa, ma pochissime volte. La lasciavo con il biberon di latte e due bottigliette di acqua e una di the e, quando rientravo, di solito era tranquilla che giocava nel lettino, la lavavo, la cambiavo e le davo la pappa".
"Io mi preoccupavo di mia figlia, ma purtroppo avevo paura delle reazioni del mio compagno. Era parecchio aggressivo nel verbale, una volta ha anche cercato di sbattermi contro a un vetro in una discussione", ha spiegato la 37enne. "Avevo paura di chiedergli di portarmi a casa".