Bruxelles confida nel dialogo

Migranti, la Tunisia "cestina" l'accordo con l'Ue | Mai arrivati i primi 150 milioni di euro, pretese sulla tranche successiva

"Quanti vengono dall'estero per monitorarci non sono i benvenuti e non entreranno nel nostro territorio" ha detto il presidente Saied

La Tunisia nega l'ingresso a una missione del Parlamento europeo. "Quanti vengono dall'estero per monitorarci non sono i benvenuti e non entreranno nel nostro territorio. La smettano di interferire nei nostri affari": è quanto ha detto il presidente tunisino, Kais Saied, commentando il rifiuto del suo Paese. E tanto basta per far scoppiare una bagarre attorno al memorandum di intesa firmato a luglio tra l'Ue e la Tunisia sul contenimento dell'emergenza migranti.

Una decisione, quella di Tunisi, che ha lasciato a bocca aperta le istituzioni di Bruxelles. La stessa delegazione condanna la scelta e chiede "spiegazioni dettagliate", mentre la Commissione europea ha accolto con "sorpresa" la mossa di Saied, soprattutto "dopo le numerose visite degli ultimi mesi, che hanno permesso di instaurare un dialogo franco e aperto tra tutte le istituzioni europee e tunisine, nonché i rappresentanti della società civile".

I motivi dietro la scelta di Saied -

 Sono almeno due i motivi per cui il presidente Saied ha fatto un passo indietro. Il primo riguarda i 350 milioni promessi dei quali, ad oggi, non è arrivato un euro. Il governo di Tunisi avrebbe dovuto ricevere i primi 150 milioni senza condizioni, a fondo perduto, preziosi per risollevare un'economia in crisi. Ma il comitato dei 27 Paesi che dovrebbe ratificarlo non è unanime. E' stato Josep Borrell, commissario per gli affari esteri dell'Unione Europea a mettersi di traverso. Ma questa volta è Saied a dire il suo no. In ballo, poi, c'è la seconda tranche di 200 milioni di euro legati a diversi progetti su guardia costiera e  infrastrutture- Ma proprio su questo punto Saied ha detto che non se ne parla: "Quei soldi decidiamo noi come spenderli". 

Bruxelles confida nel dialogo -

 Si è mosso anche l'ambasciatore Ue a Tunisi che ha immediatamente espresso il rammarico per questa decisione. Bruxelles continua a confidare in un dialogo aperto con il nuovo partner, anche se, visti i forti afflussi di migranti verso l'Italia, sono in molti a certificare il fallimento dell'accordo. Il gruppo dei socialisti e democratici chiede di sospendere l'accordo immediatamente. La presidente Iratxe García si è rivolta alla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo per chiedere l'immediata sospensione del Memorandum d'intesa tra Ue e Tunisia, e ai servizi giuridici dell'Eurocamera per valutare la legalità di tale accordo: "Questa Assemblea ha sempre lavorato per la difesa dei diritti umani e deve agire su questa questione cruciale", ha detto.

L'Esecutivo Ue fa notare che il memorandum è stato firmato solo a luglio e che "ora l'attenzione è rivolta alla rapida attuazione di diverse azioni, in cooperazione con la Tunisia e in linea con le norme e le procedure stabilite. "L'attuazione del protocollo d'intesa è in corso. Le riunioni tecniche si stanno già svolgendo regolarmente", ha spiegato. Insomma, ci vorrà del tempo per fornire nuove navi e ristrutturare quelle esistenti, nonché per migliorare le operazioni di controllo, salvataggio e lotta ai trafficanti.

Tajani: "Avanti con Memorandum Tunisia, il blocco non c'è" -

 Il fatto che salti l'accordo con la Tunisia è una "notizia destituita da ogni fondamento, forse la speranza di qualcuno. Si va avanti a Bruxelles per applicare il memorandum in tutte le sue parti. Dobbiamo stabilizzare la situazione in Tunisia, dobbiamo fermare i flussi e il memorandum va in questa direzione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha poi aggiunto: "Ci sono riunioni in corso, il servizio relazioni esterne dato via libera a molte decisioni, il consiglio era informato, si va avanti, il blocco del memorandum non c'è".
 

La situazione a Lampedusa è al limite -

 Anche Frontex, l'agenzia Ue di controllo delle frontiere, certifica la pressione sulla rotta del Mediterraneo centrale, con un aumento del 96% degli arrivi irregolari nei primi otto mesi dell'anno, rispetto allo scorso anno, e 114.300 rilevamenti segnalati dalle autorità nazionali. Da sola la rotta del Mediterraneo centrale rappresenta la metà degli ingressi irregolari nell'Ue ed è l'unica - assieme a quella del Mediterraneo occidentale che registra un lieve aumento del 14% - ad aumentare in modo esponenziale, mentre le altre diminuiscono.

"Su Lampedusa siamo consapevoli della situazione e siamo in stretto contatto con le autorità italiane. La presidente von der Leyen è in stretto contatto con la premier Meloni", riferisce una portavoce della Commissione europea, precisando che sono stati schierati 450 dipendenti da Europol, dall'agenzia per l'asilo e Frontex, e forniti all'Italia 14 milioni per sostenere la situazione, la capacità di accoglienza e i trasferimenti dall'isola alla terraferma. Oggi pomeriggio c'è stata anche una telefonata tra la commissaria Johansson e il ministro Piantedosi per fare il punto della situazione e valutare ulteriori sostegni. "Abbiamo condiviso la necessità di sviluppare una nuova strategia operativa europea contro i trafficanti di esseri umani", ha affermato il titolare del Viminale, che ha chiesto di "potenziare i rimpatri dalla Tunisia verso i Paesi di origine". Nel centrodestra, intanto, si scaglia contro la sinistra: si dice sorpreso per la decisione del governo di Tunisi di vietare l'ingresso agli eurodeputati, ma accusa i progressisti di "boicottare l'accordo Ue-Tunisia". "Fin dal primo giorno il Pd e la sinistra europea hanno lavorato per affossare l'accordo", afferma il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, che spiega come "anche l'impegno delle autorità locali nel contenere le partenze" può risentirne se "da parte tunisina viene percepito un clima di ostilità politica crescente".

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