Per affrontare il problema "epocale" dei migranti la soluzione è la diplomazia. Ne è convinto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che afferma: "La diplomazia non fallisce mai. Gli slogan non servono a nulla, bisogna conoscere i fatti. E i fatti ci dicono che l’Africa è una polveriera: dalla Guinea alla Somalia buona parte di questo continente è in subbuglio". Per il ministro ora come ora è necessario "l'intervento europeo, qualcosa che assomigli alla missione Sophia".
"Serve un intervento dell'Ue" -
"Serve un intervento che veda coinvolta tutta l'Unione europea - ribadisce Tajani -. Penso a qualcosa che assomigli alla missione Sofia con una presenza di navi europee nel mar Mediterraneo che blocchi le partenze con accordi con i Paesi di origine e bisogna anche cominciare a pensare a centri di trattenimento dove dovranno rimanere coloro che entrano in Italia in maniera illegale in attesa di verifica della loro posizione. Ma servono accordi con i Paesi di origine perché la situazione è talmente complicata quindi servono investimenti, la lotta contro il cambiamento climatico, serve una presenza delle Nazioni unite forte in tutta l'Africa Sud Sahariana. Perché se non si risolve il problema all'origine ci ritroveremo periodicamente una presenza forte di migrati".
La situazione in Africa -
Il ministro, al Quotidiano Nazionale, ricorda poi le recenti catastrofi che hanno colpito Libia e Marocco: "Di fronte alla disperazione, non ci sono muri o barriere che tengono. Occorre invece affrontare il problema alla radice per fermare periodiche ondate di migranti che non siamo in grado di sopportare. Serve una strategia europea, mondiale. È necessario anche l’intervento dell’Onu". Un intervento che, secondo Tajani dovrebbe essere "un sostegno economico, politico, di presenza, aiutare a combattere il cambiamento climatico. È chiaro che non penso all’intervento di truppe: per affrontare il problema dell’immigrazione serve realismo".
Il capitolo Tunisia -
Preoccupa anche la situazione, ancora precaria, del memorandum d'Intesa firmato a luglio con il presidente della Tunisia: "L’Europa deve accelerare l’applicazione del Memorandum ma è colpa anche della sinistra che cerca di mettere i bastoni tra le ruote. È inammissibile che al Parlamento europeo blocchino l’accordo firmato da Ursula von der Leyen, utile a fermare i flussi migratori. Anche a Bruxelles ci deve essere coerenza. La questione è seria e non può essere presa sottogamba né possiamo fare demagogia o dichiarare guerra all’Africa" spiega il vicepremier che per il momento esclude interventi militari "non è un’operazione di polizia che risolve il problema" dice.
La manovra di bilancio -
Per le prossime elezioni europee, Tajani si augura "Una maggioranza fatta da liberali, popolari e conservatori. Quella che mi ha eletto alla presidenza del Parlamento europeo" ma parla anche dei prossimi scogli che il governo dovrà affrontare, come la legge di bilancio con risorse limitate: "L’inflazione non l’abbiamo provocata noi, ma la guerra. Noi vogliamo mantenere il taglio del cuneo, ridurre le tasse su tredicesime e premi di produzione, nonché sugli straordinari di medici e infermieri. Sono categorie indispensabili per tagliare le liste d’attesa, devono essere incentivati a fare gli straordinari".