AL VIA IL PROCESSO D'APPELLO

Genitori uccisi a Bolzano, Benno chiede di vedere i familiari: no dei giudici | La sorella: "Non mi sento pronta"

A Bolzano si è aperto il processo di Appello: respinta la richiesta dell'imputato per accedere a un programma di giustizia riparativa

© Ansa

A Bolzano si è aperto il processo di Appello per Benno Neumaircondannato in primo grado all'ergastolo per l'uccisione dei genitori. I giudici hanno respinto la richiesta dell'imputato per accedere a un programma di giustizia riparativa, da compiere insieme alla sorella Madè e alle zie Carla ed Elisabetta Perselli e Michaela Neumair. "Non mi sento pronta", è stato il commento della sorella di Benno di fronte alla richiesta del fratello.

La lettera di Benno -

 "A seguito di percorso psicoanalitico in carcere, chiedo di poter intraprendere un percorso digiustizia riparativa con mia sorella Madé Neumair, le mie zie Elisabetta Perselli, Carla Perselli eMichaela Neumair". Sono le parole contenute nella lettera scritta a mano da Benno, che si trova in carcere a Verona, indirizzata alla componente femminile della famiglia. Nella missiva, infatti, vengono omessi i nomi degli zii Gianni, marito di Carla, e Ganesh, fratello di Peter.

Le parole della sorella -

 E' stato questo il primo e unico contatto a quasi tre anni dal delitto, avvenuto a inizio gennaio del 2021. Ventiquattro ore prima dell'inizio del processo d'Appello. Un tempismo che, come riporta Il Corriere del Trentino, ha spiazzato Madé Neumair. "Non mi sento pronta - ha fatto sapere attraverso il suo avvocato, Carlo Bertacchi. - Non sono questi né i tempi né i modi per parlare dell’avvio di un percorso di questo tipo".

Interdetta anche la zia -

 La richiesta di accesso alla giustizia riparativa, ha detto Elena Valenti, avvocato di Carla Perselli, parte civile al processo insieme a Madé, "ci ha stupiti. Da parte di Benno non c’è mai stata né una lettera, né una telefonata ai famigliari. Mai un segnale che ci fosse la volontà di intraprendere un percorso di questo tipo, fino al giorno prima dell'udienza. Da parte nostra c'è la massima apertura, ma nel rispetto di un dolore che merita attenzione e delicatezza".

Respinta la richiesta -

 Dopo quattro ore di camera di consiglio, i giudici hanno respinto la richiesta di giustizia riparativa, motivando la decisione in relazione alla gravità dei fatti contestati, al "breve lasso di tempo intercorso" e ai rapporti "fortemente dolorosi ed emotivamente contrastanti" con le persone offese. Hanno invece ammesso agli atti una memoria relativa problema all'ippocampo, che, secondo la difesa, potrebbe essere una causa per gli scatti di ira dell'imputato. La memoria era stata respinta invece in primo grado. La prossima udienza è stata fissata per il 27 ottobre.

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