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Ghiacciai alpini, un patrimonio da salvare

I nostri ghiacciai sono in grave sofferenza, come dimostra un recente studio di Greenpeace e del Comitato Glaciologico Italiano

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Entro il 2060 fino all'80% dei ghiacciai alpini italiani rischia di scomparire. L'allarme è stato lanciato da Greenpeace e dal Comitato Glaciologico Italiano. I risultati delle spedizioni sul Ghiacciaio dei Forni in alta Valtellina, nel Parco Nazionale dello Stelvio, durante l’eccezionale ondata di calore di fine agosto, e sul Ghiacciaio del Miage in Valle d'Aosta nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco sono preoccupanti. Stiamo parlando dei due ghiacciai più grandi del nostro paese dopo l'Adamello. Questi tre sono gli unici con superficie superiore ai 10 km quadrati. Il nostro Paese può contare ben 903 ghiacciai. Solo due non sono alpini ed entrambi si trovano in Abruzzo. 

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Sul Ghiacciaio dei Forni in quattro giorni di osservazione sono stati persi 37 centimetri di spessore. Le ondate di calore intense e fuori dalla norma di quest'estate hanno fatto registrare un ennesimo record negativo: lo zero termico a 5253 metri, questo significa che tutto l'arco alpino anche durante la notte per diversi giorni non è andato sotto lo zero.

Grande sofferenza anche per il Ghiacciaio della Marmolada. L'anno scorso l'incidente che ha causato la morte di undici persone quest'anno a 3.343 metri si è toccato il picco di 14 gradi, la temperatura più alta registrata nell'ultimo decennio.  Nel 2022 sono stati calcolati 112 ettari e nei prossimi anni si scenderà al di sotto del km quadrato. La metà di come si presentava nel 2000, meno di un quarto rispetto al 1900.

Come ha spiegato Aldino Bondesan, del Comitato Glaciologico Italiano: “Il dato più preoccupante è che la velocità di ritiro sta aumentando costantemente. Molti dei nostri ghiacciai hanno di fronte ormai solo qualche decennio di vita. L’allarme per la scomparsa di ghiacciai alpini non si limita al rischio di un drammatico cambio del paesaggio in alta quota e una sensibile riduzione delle risorse idriche. Il preciso campanello d’allarme è che sono coinvolte anche le grandi masse polari, con conseguente aumento del livello del mare e cambio del motore climatico planetario”.  

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Lo scenario futuro è preoccupante anche a livello europeo. Secondo l'Onu lo scioglimento dei ghiacciai crescerà. In Europa l'80% verrà perso nel 2100. Tutto questo dipende anche dalle alte temperature invernali. Anno dopo anno cade sempre meno neve, un problema non solo climatico ma anche sociale. Lo sci e tutto l'indotto che si porta dietro potrebbe scomparire mettendo in difficoltà molte località di montagna, come è già successo lo scorso Natale sugli Appennini, che vivono soprattutto di turismo invernale. 

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