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Villa Arconati: dove storia e natura si intrecciano

La Villa sorge all’interno dell'area protetta del Parco delle Groane ed è al centro di un importante progetto di restauro, con una particolare attenzione agli aspetti naturalistici. Un perfetto incontro tra ambiente e architettura

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Ormai lo abbiamo imparato: la sostenibilità ambientale è anche una questione culturale. Come vi abbiamo spesso raccontato, il nostro Paese sempre di più cerca di trasmettere questo messaggio alle generazioni presenti e a quelle future, sfruttando il mezzo migliore a sua disposizione: l’immenso patrimonio storico e paesaggistico.

Posti magici, in cui nei secoli storia e natura si sono intrecciati. Luoghi in cui l’uomo ha imparato a coltivare la propria arte senza sfigurare il territorio. Gioielli come quello di cui vi parliamo oggi: Villa Arconati, conosciuta come la piccola Versailles della Lombardia.

Un percorso nel verde, tra storia e natura. Villa Arconati sorge infatti a Bollate, nel Parco delle Groane, area protetta che si estende per oltre 8.000 ettari a nord di Milano. Nonostante le prime notizie sulla presenza di una villa gentilizia risalgano già al Cinquecento, la struttura si presenta ora così come fu completata dalla famiglia Arconati nel Settecento. Oggi, insieme al suo splendido giardino, la villa è sede della Fondazione Augusto Rancilio, che ha promosso un importante progetto di restauro e che conserva una particolare attenzione anche agli aspetti naturalistici.

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Come ci ha spiegato Martina Bortoluzzi, Responsabile Mostre Conservatore Kiron: “Villa Arconati ha avuto la fortuna di rimanere all’interno del Parco delle Groane, quindi è in costante rapporto con l’ambiente esterno. Un ambiente che Fondazione Augusto Rancilio valorizza attraverso i suoi volontari del verde, che permette non soltanto il controllo e il mantenimento del giardino, ma anche di quelli che sono i percorsi esterni. Non a caso la Fondazione è riuscita a vincere anche un bando europeo. Entro il 2024 renderemo il nostro giardino più ecosostenibile e più fruibile. Il primo obiettivo è quello di creare un anello che metterà in comunicazione l’acqua di tutte le fontane, affinché non ci sia dispersione. Utilizzeremo il nostro laghetto, alimentato dal Villoresi e dalle acque piovane, per avere acqua costante che verrà depurata attraverso piante acquatiche”.

La villa è appunto un vero incontro tra natura e architettura. Come spesso accadeva in passato, questo incontro si è espresso al meglio nel giardino. Conosciuto in Italia e all’estero già nel settecento, il giardino è lo spazio ideale per immergersi in un’atmosfera antica: ombrosi viali alberati, specchi d’acqua, sculture e teatri vi accompagneranno oggi come allora alla scoperta di questo luogo.

Ma il giardino non guarda solo al passato, anzi. È oggi un luogo di confronto con la cultura contemporanea, come dimostra l’ormai celebre festival musicale che ogni estate si svolge a Villa Arconati. Uno dei tanti eventi con cui la Fondazione Augusto Rancilio apre questo luogo al futuro, con un obiettivo: rendere la villa un polo di riferimento per lo sviluppo creativo e sostenibile del suo territorio.

Dal passato al presente, il messaggio resta lo stesso: aver cura del nostro patrimonio significa proteggerlo oggi per consegnare intatta la sua bellezza alle generazioni di domani.

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