A vent'anni di distanza dall'ultima volta, Massimo Ranieri torna sul set e per l'occasione si racconta a "Verissimo". In attesa di mostrarsi nel ruolo di Michele Ferrara in "La voce che hai dentro", la fiction in onda su Canale 5 da metà settembre, l'artista 72enne rivive alcune tappe fondamentali della sua carriera, passando dagli esordi alle collaborazioni più importanti, fino alla nuova esperienza come attore.
"Questa fiction mi piace tanto, perché è giallo-rosa: da una parte c'è il rosa della famiglia, ma anche il giallo del personaggio che interpreto - spiega l'artista che, prendendo in prestito una citazione di Totò, si definisce "un operaio dello spettacolo". "So fare solo questo, ho pagato e continuo a pagare in affetti e in amore, ma è giusto così perché fa parte del gioco - prosegue senza nascondere un pizzico di malinconia - Il prezzo che sto pagando viene ricompensato dal pubblico, che da sessant'anni ripaga con affetto. Io lo sento e mi arriva ogni volta che mi esibisco perché le persone conoscono i miei errori, i miei sbagli. Credo che loro apprezzino il fatto che mi sia rialzato dopo il decimo ostacolo".
Nell'intervista, Massimo Ranieri torna dunque sulla solitudine e sulle difficoltà affrontate soprattutto all'inizio della sua carriera. "Ho lasciato la mia famiglia a 17 anni. Ti trovi solo a Roma in una stanza e non conosci nessuno". Quindi rivela: "Soli non si sta bene, dopo il secondo Festival di Sanremo mi sentivo talmente solo e disperato che pensai di tornare a Napoli".
Durante l'intervista a "Verissimo" c'è anche spazio per un commosso ricordo dedicato a Toto Cutugno, scomparso lo scorso 22 agosto: "Era tanta roba, un uomo di onesta signorilità, un grande uomo, come cantautore lo conosciamo tutti, per me è stato veramente un onore conoscerlo".
Infine, un ultimo capitolo dedicato alla sua Napoli, dove è ambientata la sua nuova fiction "La voce che hai dentro": "Ho avuto l'opportunità di starci per tre mesi, è diventata una città bellissima, solare, piena di vita. Napoli è viva".