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Venezia 80, Matteo Garrone: "Il nostro Leone per i migranti che non ce la fanno"

L'attivista Kouassi Pli Adama Mamadou, alla cui storia è ispirato "Io capitano", ha lanciato un appello per un visto che permetta ai giovani di viaggiare

Ansa

Grande gioia a "Venezia 80" per Matteo Garrone, premiato con il Leone d'argento per la miglior regia per "Io capitano". "Questo premio sarà di grande aiuto per il film, gli darà la possibilità di avere un pubblico più ampio" dice commosso il regista ricevendo il premio. Garrone ha poi ceduto la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, alla cui storia si è ispirato. "Il film racconta una realtà vera - sottolinea Mamadou -. Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma vorrei che dedicassimo questo premio a tutte le persone che non sono potute arrivare a Lampedusa".

Fotogallery - Matteo Garrone Leone d'Argento per la regia

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"Questo film racconta il viaggio attraverso l'Africa di due ragazzi migranti che cercano di arrivare in Europa e lo fa attraverso il loro punto di vista - ha proseguito Garrone -. Mi sono aggrappato alle loro storie, al loro vissuto, cercando di dare voce a chi di solito non ce l'ha".

Mamadou ha voluto ricordare che "quando c'è la voglia e la necessita di partire, nessuno ti può fermare. Occorre dare il diritto di accesso a noi giovani, il visto per viaggiare, e credo che sarebbe lo strumento per sbloccare il traffico di esseri umani". Per Mamadou, "un canale di ingresso regolare, come ha detto anche il presidente Mattarella, aiuterebbe ad affrontare il problema. Ringrazio il festival e tutta la comunità di Caserta che aiuta gli immigrati nell'inserimento".

Infine un pensiero di Garrone al Marocco colpito dal devastante terremoto: "Il film è stato girato in Senegal, ma anche in Marocco, e quindi un pensiero va al Marocco e alla tragedia che c'è stata oggi".

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