ma niente allarmismi

Covid, la variante Eris domina in Italia: ecco i sintomi più comuni

Ha raggiunto il 41,9% in poche settimane. Secondo l'ultima analisi dell'Iss è caratterizzata da un notevole incremento anche a livello globale ma niente allarmismi. Ad oggi non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle varianti già presenti

© Ansa

La variante Covid EG.5 Eris, già in crescita in Italia nelle ultime settimane, si attesta come quella prevalente al 41,9%, pari a 249 su 773. È quanto emerge dall'ultima flash survey delle varianti di agosto dell'Istituto Superiore di Sanità. Un quadro simile - precisa l'Iss - si osserva a livello globale, dove EG.5, ed in particolare EG.5.1, "è caratterizzata da un notevole incremento, rappresentando la cosiddetta variante di interesse (VOI) maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia. Ma niente allarmismi. Ad oggi, infatti,  non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle varianti già in circolazione. Ecco i sintomi più comuni.

Mal di testa, mal di gola, voce rauca - Tra i sintomi che Eris può generare, si possono trovare soprattutto disturbi delle vie respiratorie superiori, come mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Nel complesso il virus colpisce ancora principalmente il sistema respiratorio ma, poiché è mutato nel corso della pandemia, alcuni sintomi sono diventati più comuni e altri meno. Per esempio, quando il Covid è emerso, nel 2020, la perdita del gusto e dell'olfatto era un sintomo comune. Ora, più di tre anni dopo, è notevolmente diminuito nella popolazione. Nel contempo, anche i problemi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea, sembrano essere diventati meno diffusi.

Le sue caratteristiche - Ma in che cosa si distingue Eris dal resto del panorama delle varianti che abbiamo di fronte? "Gli studi effettuati - comunica l'Iss - evidenziano che EG.5 è caratterizzata da un elevato tasso di crescita, il quale, insieme ad una diminuita capacità di neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti, giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi". Anche se, almeno sino ad ora, non sembra rappresentare una minaccia vera e propria. "Ad oggi - si legge nell'analisi - non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti".

Le altre varianti -  Per quanto riguarda le altre varianti, l'Iss riscontra una stabile prevalenza nel nostro Paese della variante Arturo (la XBB.1.16) al 16,5%, mentre i valori della variante Kraken (la XBB.1.5) risultano in diminuzione (13,4% vs. 21,2% della precedente indagine di luglio 2023 ), cosi' come quelli relativi ad Acrux (XBB.2.3) al 7,8% vs. 12,2% della precedente indagine. 

Niente allarmismi -  In questo clima di estrema attenzione verso tutto ciò che rientra sotto la voce Covid,  nonostante la crescita Eris in Italia e mentre negli Stati Uniti spaventa Pirola, il ministero italiano parla della volontà di "avvicinarci all'autunno con razionalità". "Dobbiamo monitorare l'occupazione di posti nei reparti ordinari e di Terapia intensiva, evitare inutili allarmismi e verificare l'incidenza - ha spiegato il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato -. Così non generiamo allarme e abbiamo un approccio corretto nei confronti di una pandemia che l'Oms ci dice esser stata superata". 

Ti potrebbe interessare