l'ultimo saluto a giovanbattista cutolo

Musicista ucciso a Napoli, l'arcivescovo ai funerali: "L'ennesimo figlio colpito senza motivo" | La sorella: "Questa città sei tu, non Gomorra o Mare Fuori"

E' il giorno delle esequie di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso il 31 agosto per uno scooter parcheggiato male

Napoli dà l'ultimo saluto a Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso il 31 agosto da un minore per futili motivi (uno scooter parcheggiato male). Ai funerali l'accorata omelia dell'arcivescovo Mimmo Battaglia: "L'ennesimo figlio ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa stessa città - ha affermato -: non vorrei essere qui". "Non vorrei essere qui, non per sottrarmi al dolore di genitori, amici, parenti e familiari che lo piangono con il cuore straziato - ha aggiunto -, avrei voluto parlare con lui, più che parlare di lui". Poi l'appello a una nuova "primavera di speranza". In chiesa ha preso la parola anche Lodovica, la sorella di Giovanbattista: "Napoli sei tu, Giogiò, non Mare fuori, non il boss delle cerimonie, non Gomorra", ha ribadito la ragazza leggendo una lettera.

L'arcivescovo: "Non fuggite, fate una rivoluzione di onestà" -

 "Se qualcuno un tempo ha detto 'fuggite', e qualcun altro oggi dice 'scappate', io vi dico: restate! Restate! E operate una rivoluzione di giustizia e di onestà ! Restate e seminate tra le pietre aride dell'egoismo e della malavita il seme della solidarietà , il fiore della fraternità, la quercia della giustizia", ha proseguito l'arcivescovo di Napoli nella sua omelia, rivolgendosi ai giovani. "Io sono certo che questo non è un sogno o l'invito utopistico di un vescovo: questo è e sarà grazie a noi, grazie ai giovani onesti e sani di questa città il futuro che il Signore sta preparando per la città. Un futuro in cui nessuno sarà lasciato indietro, in cui ogni figlio di Napoli sarà figlio di tutti - ha concluso - e per tutti sorgerà un sole nuovo, un'alba nuova, una nuova primavera di speranza".

Il lungo applauso dopo l'omelia -

 Un caloroso e lungo applauso ha concluso l'omelia di don Mimmo Battaglia. Nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli sono moltissime le persone in piedi e tutti i posti a sedere sono occupati. Le parole del presule sono state accolte, più volte, da applausi. Al termine dell'omelia, la mamma di "Giogiò" si è avvicinata alla bara e, a lungo, ha abbracciato il feretro. La donna, sin dall'inizio dei funerali, ha lasciato il suo banco e si è accomodata in quello delle autorità, tra il presidente di Regione, Vincenzo De Luca, e il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi.

La sorella Lodovica: "Napoli sei tu, non Gomorra" -

 "Napoli sei tu, Giogiò, non Mare fuori, non il boss delle cerimonie, non Gomorra". Sono state invece le parole di Ludovica Cutolo, sorella di Giovanbattista, leggendo una lettera dall'altare della chiesa. "Mamma sta lottando per te con la forza di cento uomini - ha sottolineato -. E io non sono figlia unica, io non voglio andare da sola ad ascoltare un concerto. Noi siamo sempre Giogiò e Lulù". "Parli con tutti, sei curioso su tutto. Uso il presente perché è l'unico che tu conosci. Imitando te ho imparato che nessuno va lasciato mai da solo. Perché suoni il corno? Perché nessuno lo suona. Sei un gigante buono, sempre a sorreggere tutti. Tu sei un centro di gravità permanente. Tu ami questa città e mai l'avresti lasciata nonostante io ti avessi detto di farlo".

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