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È cominciato il primo Africa Climate Summit, Guterres: "Rinnovabili il miracolo possibile"

L'obbiettivo è discutere un modello africano di adattamento ai cambiamenti climatici

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Il 4 settembre è iniziato a Nairobi, in Kenya il primo Africa Climate Summit. L'evento è nato con l'obbiettivo di trovare una posizione unitaria dell'Africa sulla crisi climatica e studiare un progetto di transizione energetica nel Vecchio Continente in ottica sostenibile.
 

Il Presidente del Kenya, William Ruto, ha dichiarato che l'obbiettivo è trasformare il continente nella fonte della rivoluzione mondiale dell'energia green, sfruttando un ingente afflusso di fondi e aiuti per i debiti pubblici degli Stati Africani.

Secondo le Nazioni Unite i paesi Africani, responsabili soltanto del 3% delle emissioni globali di CO2, sono soggette più di altre a fenomeni meteorologici estremi e soffrono sempre più spesso di siccità, in particolare il Sahel e il Corno d'Africa. Le stagioni secche si stanno allungando e le precipitazioni stanno diventando più intense , portando a un aumento del fenomeno della desertificazione.

" L'energia rinnovabile potrebbe essere il miracolo africano" ha dichiarato Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite all' Africa Climate Summit, il vertice sul clima organizzato dal Kenya e dalla Commissione dell'Unione Africana.  L'appello è rivolto ai leader delle maggiori economie mondiali, che si riuniranno al G20 in India a fine settimana, per assumersi le proprie responsabilità nei confronti del cambiamento climatico in atto.

Il Segretario Generale ha anche chiesto di avere " giustizia climatica" nei confronti dei Paesi in via di sviluppo e verso le Nazioni che più subiscono gli effetti delle emissioni. Inoltre ha chiesto di fare una " correzione di rotta" nel sistema finanziario globale che possa provocare  un'azione accelerata per il clima nel contesto dello sviluppo sostenibile.

Fondamentale è che " I Paesi Sviluppati presentino una tabella di marcia chiara e credibile per raddoppiare i finanziamenti per l'adattamento entro il 2025, come primo passo per destinare almeno la metà di tutti i finanziamenti per l'adattamento al clima. Devono inoltre mantenere la promessa di fornire 100 miliardi di dollari all'anno ai Paesi in via di Sviluppo per il sostegno al cambiamento e ricostituire completamente il fondo verde per il clima insieme al fondo per le perdite e i danni".

Va considerato però che è ancora forte la dipendenza di questi Stati dal petrolio e dal gas e bisogna procedere cautamente nella transizione energetica. Uno studio del centro Tyndalll dell'università di Manchester ha evidenziato che i paesi più poveri sono maggiormente danneggiati da un allontanamento dai combustibili fossili e hanno maggiore probabilità di avere forti instabilità politiche. Per queste ragioni petrolio e gas non sono state esclusi dal meeting di Nairobi. Il passo verso le rinnovabili è tuttavia necessario e potrebbe essere un forte stimolo per la ripartenza di molti stati africani.

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