Francesco Renga e Nek (Filippo Neviani) insieme per un album e un tour: "Per siamo una cosa sola". Si intitola infatti "Renganek" il nuovo disco ,in uscita l'8 settembre, a cui i due artisti hanno lavorato in sinergia: undici nuovi brani, tutti eseguiti da entrambi. Un lavoro che dimostra la grande sinergia che unisce le loro voci, capaci di creare, insieme, un connubio unico, con sfumature sonore diverse e complementari da quelle finora affrontate nelle loro carriere soliste. "Vogliamo pensare che non siamo più Renga e Nek, ma una cosa sola", spiegano i due cantautori alla viglia del live all'Arena di Verona.
Le canzoni -
L'album si apre con la grande energia che arriva grazie alla musica e al testo di 'Giura Giuda', per poi proseguire con 'Scrivi una Canzone' scritta da Giuliano Sangiorgi, che firma per loro un brano delicato e dalla forte intensità emotiva, amplificato dalle voci di Francesco e Filippo, a cui seguono il ritmo incalzante di 'Più Grande' e la potente ballad 'Faro' (scritta da Riccardo Zanotti). Si cambia sound con 'Sale', con una base di elettronica che rimanda subito gli anni '90, e 'Storie di Paura', con le sue sfumature rock. 'L'infinito più o meno', primo singolo estratto dall'album, brano emozionante e profondo che affronta il tema della paternità in tutte le sue sfumature e, a seguire, 'Tutta Natura', con il suo ipnotico giro di basso iniziale e riff di chitarra, e 'A Fianco', in cui le vocalità di Renga e Nek emergono in tutta la loro potenza e, insieme, delicatezza. Chiudono l'album 'Inspiegabile', il nuovo singolo dalla melodia coinvolgente, in radio da venerdì 8 settembre, e 'Il solito lido', che unisce ironia, irriverenza e la leggerezza tipica dell'estate italiana. 'Renganek', un progetto nato dalla grande amicizia che lega i due artisti e dalla volontà di condividere, oltre alle emozioni sul palco, anche un intero progetto musicale inedito.
Dall'Arena di Verona il tour prosegue -
Insieme sul palco all'Arena di Verona il 5 settembre, per festeggiare insieme i rispettivi 40 e 30 anni di carriera, Francesco Renga e Filippo Neviani, colleghi e amici, si sono divertiti così tanto a interpretare uno il repertorio dell'altro che hanno deciso di moltiplicare i live, che proseguono fino a ottobre (il 7 al Mediolanum Forum di Assago).
"Non è Renga non è Nek" -
"E arrivato il momento di divertirsi con ciò che si ama fare. E' tutto frutto del nostro entusiasmo e dell'amicizia che ci lega", ha detto Nek: "Non rientra in una strategia, ci siamo solo preoccupati di essere noi stessi e questo ci ha permesso di arrivare a un disco di inediti, rispettando l'un l'altro e pensandoci come uno solo. Vogliamo pensare che non siamo più Renga e Nek, ma una cosa sola. Quando canto 'Vivendo adesso' è come se cantassi un mio brano, perché amo le sue canzoni come se fossero le mie".
Per Francesco Renga, invece, "tutto parte dalla consapevolezza di essere in un punto del percorso dove molto è stato fatto, dalla voglia di rimettersi in gioco con un amico che è un grande artista". Da buoni amici, per far funzionare il progetto, entrambi hanno fatto un passo indietro, affidandosi a terzi per la composizione e intervenendo poi Renga sui testi e Nek sugli arrangiamenti, ma "senza aver riguardo solo per se stessi ma preoccupandosi - spiega Neviani - che l'entità RengaNek si muovesse nel modo migliore".
"Questo è un disco cantato e da cantare", aggiunge il cantautore bresciano: "Scrivere per sè in questo caso era sbagliato, meglio approcciarsi a cose neutre per dare spazio a due vocalità diverse con una libertà nuova". "Non è Renga non è Nek", continua l'ex Timoria: "Ma una cosa terza in cui mettiamo il nostro ego a servizio uno dell'altro, per fare cose difficilissime con una leggerezza tutta nuova". Perché anche se le vocalità sono simili "io sono ritmico serrato" spiega Nek: "Lui lascia il canto largo".
Insomma: "Lui è Sting, io Bono" scherza Renga, per il quale inventarsi un evento come quello dell'Arena è stato un modo di buttare la palla avanti, perché le preoccupazioni sono tante e avevo bisogno di questa cosa". Di ritrovare la libertà "di divertirci e divertire il nostro pubblico" anche con pezzi che da solo Renga non avrebbe interpretato, come 'Il solito lido', "una canzone geniale che scimmiotta le hit estive, che per la nostra generazione sono velleità". Questa "cosa terza" chiamata RengaNek potrebbe avere un futuro: "magari ci fermiamo al tour, magari andiamo avanti" dice Filippo Neviani, che per questo non evita l'argomento Sanremo: "se dovessimo avere una canzone che merita, perché no?".