Il caso

Avellino, sequestrato canile in pessime condizioni: tra gli indagati due guardie zoofile

I cani, una settantina complessivamente, erano tenuti in condizioni di estrema carenza in quanto a pulizia, spazi e alimentazione

© Ufficio stampa

Ufficialmente svolgevano attività di volontari come guardie zoofile di una associazione protezionistica, ma sono finiti indagati per aver allestito un canile in pessime condizioni in contrada Santa Barbara di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Due guardie zoofile, insieme ad altri, sono stati denunciati dalla polizia municipale - guidata dal comandante Angelo Bruno -, che ha scoperto e sequestrato l'attività priva peraltro di qualsiasi autorizzazione amministrativa e sanitaria. I cani, anche di razza, una settantina complessivamente, erano tenuti in condizioni di estrema carenza in quanto a pulizia, spazi e alimentazione, quasi tutti privi di identificazione e iscrizione all'anagrafe regionale.

A seguito di una attività di indagine coordinata con il Dipartimento Veterinario dell'Asl di Avellino, un reparto d'intervento della polizia municipale ha fatto scattare il blitz. I controlli effettuati, unitamente a personale del servizio veterinario Asl di Avellino e del Comando Stazione Carabinieri Forestale, portavano alla luce una grave situazione.

Accanto all'allevamento, anche un recinto in cui erano custoditi dieci cinghiali illegalmente catturati. In particolare, un cucciolo di cane morto da diversi giorni è stato trovato abbandonato nel box con altri cuccioli, che sono stati recuperati e affidati al dipartimento veterinario della Asl di Avellino. Gli indagati, oltre che di maltrattamenti, devono rispondere anche di una serie di abusi edilizi. A una delle guardie zoofile sono state anche ritirate le armi di cui era in possesso. Le indagini proseguono per accertare altre eventuali responsabilità, non esclusi ulteriori filoni investigativi.  

La vicenda assume particolare rilievo in considerazione della qualifica di guardia volontaria zoofila rivestita da due degli identificati che, appartenenti a una associazione protezionistica zoofila attiva sul territorio, svolgevano, da tempo, attività di controlli finalizzati, paradossalmente, proprio alla tutela degli animali d'affezione e procedendo anche all'irrogazione di sanzioni a cittadini per difforme detenzione e mancata iscrizione degli animali all'anagrafe regionale. 

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