LIBRI SCOLASTICI

Caro-libri da record: fino a 700 euro per chi va in prima superiore

Eppure, secondo le regole ministeriali, non si dovrebbe spendere più di una quota ben precisa per dotare un alunno dei testi necessari. Quota che, nel 2023, appare perlomeno anacronistica

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Quasi 700 euro, per la precisione 695 euro: è l’esborso medio a cui, secondo le stime di Federconsumatori, andranno incontro le famiglie che hanno un figlio che quest’anno inizierà un liceo per dotarlo solamente dei libri di testo. Il calcolo, infatti, include il costo standard dei volumi richiesti dalle scuole, più quattro dizionari. Se, poi, aggiungiamo il resto del corredo scolastico - che include zaino, astuccio, materiale di consumo vario - si possono tranquillamente raggiungere i 1.300 euro. Non andrà tanto meglio a chi comincerà le scuole medie. La stima di spesa media per le prime classi, in questo caso, è di 488 euro (sempre solo per libri e dizionari). Che diventano 1.095 euro se includiamo l’intero corredo scolastico. Ma perché il costo della dotazione libraria è arrivato ai massimi storici e come difendersi? A fare il punto è il portale specializzato Skuola.net.

Prezzi in aumento, ma gli editori si difendono: “Crescita sotto l’inflazione”

Come sempre, la battaglia delle cifre si combatte soprattutto sui volumi delle materie. In particolare quest’anno, con gli aumenti dei costi di produzione, legati in particolare al conflitto in Ucraina, che hanno fatto lievitare il conto finale: rispetto allo scorso anno, per le superiori si parla di un +2%, per le medie addirittura del +10%. Volendo, invece, dare uno sguardo d’insieme, per l’anno scolastico 2023/2024 ogni studente “costerà” in media - solo per i libri - ben 502 euro.

L’Associazione Italiana Editori (AIE), dal canto suo, rispedisce al mittente le accuse di aumenti “selvaggi”, sostenendo che gli editori sono riusciti a tenere i fisiologici incrementi al di sotto dei livelli dell’inflazione. “La crescita del prezzo dei libri scolastici - si legge in una nota AIE - anche nel 2023 si mantiene sotto l’inflazione: per i testi della scuola secondaria di primo grado è pari al 3,04%, per quelli della scuola secondaria di secondo grado al 3,42% rispetto l’anno precedente (dati AIE sul totale dei libri per la scuola, listino su listino). Nel mese di giugno 2023, Istat stima un incremento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) del 6,4% su base annua”.

Tetti di spesa: secondo il Ministero si dovrebbe spendere la metà

In ogni caso, le cifre indicate sono nettamente superiori a quelle indicate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito come “tetti di spesa”, ovvero le somme che gli istituti scolastici non dovrebbero sforare al momento della predisposizione delle liste dei libri di testo, tenendo conto dei prezzi di copertina dei volumi da adottare. È vero che sono esclusi dal computo i dizionari, ma è altrettanto vero che questi sono dei limiti massimi sotto i quali auspicabilmente restare.

In base alle tabelle attualmente vigenti, in prima media non si dovrebbero superare i 294 euro, all’inizio del liceo Classico i 335 euro (e 382 euro in terzo, altro snodo particolarmente oneroso), allo Scientifico 320 euro (sia in primo che in terzo), per un istituto tecnico - sempre per le prime classi - tra i 304 e i 320 euro, per un professionale tra i 254 e i 274 euro. E’ concesso giusto un piccolo sforamento del 10% in più. Niente di paragonabile a ciò che avviene nei fatti visto che, in molti casi, attualmente si può arrivare tranquillamente a spendere più del doppio.

Il problema, però, è proprio alla fonte. È praticamente impossibile per chiunque restare all’interno dei tetti di spesa ministeriali. Il motivo? Il mancato aggiornamento delle tabelle da oltre un decennio. L’ultimo aggiustamento, infatti, risale al 2012. Nel frattempo tante cose sono cambiare. Un’anomalia, questa, denunciata anche dagli stessi editori: “I tetti di spesa, bloccati dal 2012 senza tener conto dell’incremento inflattivo e dell’inserimento di nuove materie - ricorda la stessa nota AIE - fissano un importo complessivo massimo della spesa per ogni classe di ogni ordine di scuola oggi inadeguato, con elevato disagio per le istituzioni scolastiche”.

“In realtà aumentare il tetto di spesa non aiuterebbe le famiglie - rileva Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net - Al contrario sarebbe più opportuno adottare già oggi delle pratiche più orientate alla riduzione della spesa. Le soluzioni per aiutare le famiglie, ci sarebbero sia lato editori che lato scuola: da una parte rinunciando alla continua fioritura di nuove edizioni, con il conseguente detrimento del mercato dell’usato, dall’altra adottando libri in forma anche digitale - meno costosi o passando ai libri autoprodotti o ad altri ausili didattici per le discipline per cui ciò è possibile. Infatti, dal 2013 è caduto l’obbligo di adottare un libro di testo per ogni materia. Esperienze di autoproduzione organizzata come il progetto Book In Progress permettono alle famiglie di esaurire la pratica libri di testo con meno di 100 euro”.

Soluzioni pratiche per fronteggiare il caro-libri

Ma, in attesa di un cambio di scenario, cosa possono fare le famiglie per garantire ai figli la dotazione di base per affrontare l’anno scolastico in partenza? Innanzitutto rivolgendosi al mercato dei libri usati: secondo Federconsumatori, solo questo può portare a un risparmio attorno al 26%, un “taglio” di oltre un quarto del totale. Anche il mercato del nuovo, spesso attraverso la grande distribuzione o le piattaforme online, può portare risparmi sul prezzo di copertina nell’ordine del 15%.

Dopodiché, ci sono i bonus, erogati a livello regionale e comunale, che prevedono buoni, agevolazioni o testi scolastici in comodato d’uso (quindi gratuiti) per le famiglie con basso reddito. Inoltre, per il 2023/2024 il MIM ha stanziato, così come l’anno scorso, 133 milioni di euro, per permettere alle scuole di acquistare i libri testo da destinare al comodato d’uso per gli studenti. L’auspicio è che arrivino in tempo utile per l’inizio dell’anno scolastico.