Il no della Provincia

Trentino, l'orsetto M89 non tornerà libero | Le associazioni animaliste: "Scelta politica"

Salvato dopo la caduta in un canalone, il cucciolo è cresciuto e vive ora in un recinto troppo piccolo per lui

© Facebook - Alberto Stoffella

Nuovo braccio di ferro tra la Provincia autonoma di Trento e le associazioni animaliste. L'amministrazione ha dato parere negativo alla reintroduzione in natura dell'orsetto M89, conosciuto anche con il nome di Honey. Il cucciolo era stato ritrovato mesi fa in un canalone della val d'Algone da due agenti del Corpo forestale e trasferito al parco faunistico di Spormaggiore dove è stato curato e cresciuto.

Ora il piccolo sta bene ed è cresciuto a tal punto che il recinto in cui si trova (non visitabile dal pubblico) è diventato troppo piccolo per lui, e questo costituisce un problema. "Da quando è arrivato l’orsetto è cresciuto molto, oggi stimiamo che abbia raggiunto un peso di circa 30 chili", spiega il presidente del parco faunistico Andrea Marcolla al Corriere della Sera. "Abbiamo individuato un altro spazio all’interno del parco, stiamo definendo con la Provincia gli ultimi dettagli e poi si dovrà decidere dove fargli passare il letargo".

La petizione online -

 Alla fine di luglio, dopo le prime perplessità espresse dalla Provincia autonoma, era stata lanciata una petizione online dall'associazione trentina "Bearsandothers" per chiedere all'amministrazione di liberare subito l'orsetto M89. Erano state raccolte 49.449 firme. Il dirigente del Servizio faunistico provinciale, Sergio Tonolli, aveva fatto sapere al parco faunistico di ritenere "inopportuna" la liberazione del plantigrado. La decisione veniva motivata con il fatto che non sarebbe stato possibile "garantire in assoluto eventuali interazioni o frequentazioni di zone antropizzate che potrebbero manifestarsi con il tempo". "Chiediamo a gran voce di liberare questo giovane orso che nulla ha fatto se non aver avuto la sfortuna di ferirsi e la fortuna di trovare chi lo ha guarito", scrivono gli autori dell'appello. Oltre alle firme e all'appoggio da parte delle associazioni animaliste, era stato stilato un progetto ad hoc per la reintroduzione in natura dell'orsetto.

"Una scelta politica" -

 Avevano collaborato i massimi esperti del settore che ritenevano il cucciolo idoneo a tornare nel suo habitat e a riabituarsi alla presenza umana. Il progetto è rimasto però inascoltato e l'orsetto M89 non sarà liberato. Lo conferma lo stesso Marcolla al quotidiano: "Ormai posso confermare che M89 non sarà reintrodotto in natura perché dalla Provincia non è arrivato un parere favorevole, da parte nostra continueremo a prendercene cura fino a quando non saranno assunte delle decisioni definitive sul suo futuro" sottolinea.  L'associazione Bearsandothers intanto, ha sporto denuncia verso la Provincia. "Quella di tenerlo in cattività è stata una scelta politica" dichiara Alberto Stoffella fondatore dell’associazione Rase ed ex forestale trentino che in passato si era occupato con successo della reintroduzione in natura di altri due cuccioli di orso abbandonati: M11 (nel 2011) e M56 (nel 2019). 

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