A sei mesi dal naufragio di Cutro, avvenuto il 26 febbraio, sono state accese in riva al mare 94 candele in ricordo degli altrettanti corpi di migranti recuperati dalle acque. Candele rosse per gli adulti, bianche per i bambini. In tanti si sono ritrovati sulla spiaggia all'ora dello schianto del caicco, su cui viaggiavano circa 180 persone. I nomi dei morti sono stati letti da un mediatore culturale, nel silenzio dei partecipanti alla commemorazione.
La cerimonia - Attorno a ciò che resta della targa su cui è impresso il nome della barca naufragata, sono state poste 59 candele rosse (in ricordo degli altrettanti adulti morti nel naufragio) e 35 candele bianche (in ricordo dei bambini). Prima dell'accensione delle candele sono state spente le luci dei telefoni e dei faretti dei cameraman per far provare a immaginare ai presenti, seppur in minima parte, le sensazioni di chi era a bordo del caicco.
Accanto a ogni candela ciascuno dei presenti - tra cui anche il sindaco di Cutro Antonio Ceraso - ha posto il nome di una delle vittime dopo averlo letto ad alta voce. Ramzi Labidi dell'associazione Sabir, che ha lavorato con i suoi mediatori per sostenere sopravvissuti e familiari delle vittime, ha letto la prima Sura del Corano, mentre l'attore Francesco Pupa ha declamato i versi di una preghiera laica.