DIFFICOLTA' FINANZIARIE

Boy George a rischio bancarotta: vende casa e annuncia un film sul cantante Marilyn

L’ex leader dei Culture Club in difficoltà finanziare progetta un biopic sul suo amico. Ma non tutto fila liscio

© IPA

Momento di grande difficoltà per Boy George che è sull'orlo della bancarotta dopo l'accertamento di un debito di 2 milioni di euro nei confronti dell'ex batterista dei Culture Club, Jon Moss. Il cantante sta cercando di arginare le difficoltà economiche mettendo in vendita la sua casa a Londra e annunciando di pensare di realizzare un film su Marilyn, icona degli anni 80. Ma quest'ultimo pare che non sia proprio d'accordo con l'idea dell'amico...

Il film su Marilyn -

 Dopo la messa in vendita della sua abitazione, Boy George ha trovato un modo per fare soldi e cercare di uscire da i guai, ma a spese del suo amico, il cantante degli anni 80 Marilyn. E i due sono sull'orlo del litigio, perchè il leader dei Culture Club ha pensato di scrivere e produrre un film biografico sull'artista, diventato famoso in Gran Bretagna per le sue canzone pop e il suo vistoso travestimento. Boy George ha rivelato anche di avere un titolo in mente: "La chiamerei la dea del Teflon". Marilyn, vero nome di Peter Robinson, 60 anni, ha detto di sentirsi sfruttato. Riferendosi a Boy George con il suo soprannome, "Gina", ha detto: "Gli piaccio che io sia controllato e che stia in disparte".

Il rischio bancarotta -

  Boy George e i Culture Club devono pagare a Joe Moss 1,75 milioni di sterline, circa 2 milioni di euro dopo l'accordo tra le parti per il processo sullo sfruttamento del nome del gruppo. E' stato il batterista a fare causa ai membri del gruppo Boy George, Roy Hay e Michael Craig dopo essere stato estromesso nel 2018 dal manager della band britannica. La cifra che Moss avrebbe dovuto ricevere è stata calcolata in relazione al valore del nome Culture Club e ai profitti realizzati dopo l’espulsione dello stesso. Oltre a questo si è aggiunta la distribuzione degli incassi del tour di "Life" a cui ha partecipato Moss. In cambio dell’accordo, Moss ha accettato di rinunciare a ogni diritto sull’uso del nome della cult band.

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