L'APPELLO

Stupro Palermo, Ermal Meta a Meloni: "Basta a questa mattanza di donne, troppe di loro non denunciano gli abusi"

Dopo aver ricevuto e pubblicato molte testimonianze di violenze subite, il cantautore chiede al premier di intervenire: "Devono sapere tutti, perché questo silenzio degli innocenti deve finire"

© ansa| Ermal Meta

Ermal Meta interviene di nuovo sullo stupro di Palermo lanciando il suo appello a Giorgia Meloni perché ponga fine a "questa mattanza". Dopo le violenze contro la 19enne nel capoluogo siciliano, il cantautore aveva pubblicato i racconti di molte vittime di abusi, che gli hanno mandato "migliaia" di testimonianze" senza, nella stragrande maggioranza dei casi, denunciare la violenza subita. E dichiara: "Devono sapere tutti perché questo silenzio degli innocenti deve finire".  

"Mi rivolgo a lei, la mia presidente" -

 E ancora, rivolto al premier: "Non ho votato per lei, ma lei è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne, e mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?". 

"Hanno paura di raccontare gli abusi" -

 Una società, sottolinea, "non può dirsi evoluta finché le donne avranno paura di camminare per strada da sole e di raccontare di essere state abusate per paura di non essere credute o addirittura ritenute colpevoli". Alle donne, ma anche agli uomini, che gli hanno inviato "migliaia di messaggi", Meta assicura quindi che "è una cosa che mi tocca molto da vicino, l'ho raccontato nelle canzoni, consideratemi come una porta attraverso cui buttar fuori delle cose". Soprattutto perché, riprende, "ho letto cose raccapriccianti e ho riscontrato che la grande maggioranza delle donne e degli uomini che hanno subito abusi, violenze e maltrattamenti di qualsiasi natura non ha denunciato per mancanza di fiducia. La maggior parte di quelli che hanno denunciato invece non sono stati creduti". 

"Voglio dare voce a chi non ce l'ha -

 ""Non mi interessa far polemica - aggiunge -, ma cercare di riportare la voce a chi ha paura di parlare e si limita a mandare messaggi. Moltissimi dicono 'non ne ho mai parlato, tanto non mi avrebbero creduto'. Proviamo a immaginare come vive una persona in questo modo, come può affrontare la sua vita". 

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