A partire dal 25 agosto gli utenti europei di Facebook e Instagram dovrebbero poter scegliere di tornare a vedere i contenuti in ordine cronologico e non sulla base di scelte fatte da un algoritmo. La novità è legata all'entrata in vigore del Digital Services Act, il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali che prevede obblighi proporzionati alla dimensione della piattaforma nell'ottica di ridurre la diffusione online di contenuti fuorvianti e prodotti illeciti, intensificare la salvaguardia dei minori e fornire agli utenti un’ampia gamma di opzioni e informazioni più accurate.
Che cosa prevede il Regolamento europeo -
Il Digital Services Act si basa sul principio che ciò che è illegale offline debba esserlo anche online. Non si applica solo ai social network, ma anche alle piattaforme di prenotazione di viaggi, i servizi di cloud, gli app store, i mercati online e i motori di ricerca. Lo scopo è creare un ambiente digitale sicuro e affidabile, dove i diritti dei consumatori siano salvaguardati. Le piattaforme dovranno, dunque, garantire maggiore sicurezza ai consumatori, tutelare i loro diritti, contrastare la diffusione di contenuti illegali e disinformazione, stabilire un quadro normativo chiaro ed efficace sulla trasparenza e responsabilità delle piattaforme.
Le novità su Facebook -
Le restrizioni più severe riguardano i 19 maggiori player digitali tra cui anche Amazon, Apple, Google, Microsoft, TikTok e Twitter, ora rinominato X. Facebook e Instagram hanno già iniziato ad adeguarsi. Meta ha creato un Centro di Trasparenza, dove si trovano tutte le informazioni su come gli algoritmi agiscono sulle piattaforme per proporre i contenuti consigliati. Inoltre, ha appena annunciato che presto gli utenti potranno scegliere "di visualizzare e scoprire contenuti su Reels, Storie, Ricerca e altre parti di Facebook e Instagram senza utilizzare i processi di classificazione e raccomandazione dell'Intelligenza artificiale".
Si potranno, dunque, visualizzare Storie e Reels solo delle persone che seguiamo, classificate in ordine cronologico, dal più recente al più vecchio. Inoltre, è stato annunciata l'espansione di una biblioteca per "visualizzare e archiviare" tutte le pubblicità rivolte alle persone nell'Unione Europea.
C'è chi protesta -
Se Meta ha risposto positivamente, Amazon nelle scorse settimane è scesa in campo contro il regolamento europeo. Il gigante dell’e-commerce ha presentato richiesta alla Corte di giustizia dell’Ue di annullare la decisione con cui la Commissione europea l’ha classificata tra le grandi piattaforme online che ricadono sotto una serie di obblighi aggiuntivi, tra cui vigilare sulla pubblicazione di contenuti che incitino all’odio o diffondano disinformazione. Anche Zalando ha presentato ricorso.
Cosa farà Elon Musk? -
Tra le piattaforme che dovranno sottostare al Digital Services Act c'è "X", l'ex Twitter. Nel dicembre 2022 la Commissione europea aveva chiesto al social di Elon Musk di mettersi in regola con le nuove disposizioni. Il rischio per chi non si adegua non è solo quello di essere oscurati in Europa, ma anche una multa fino al 6% del fatturato globale.