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Alla scoperta della Brussa: un esempio di turismo lento

Un lungo litorale sabbioso di quattro chilometri tra Caorle e Bibione, estremo lembo dell’oasi naturale di Vallevecchia: novecento ettari riqualificati con la piantumazione di migliaia di alberi tra le dune naturali a ridosso della spiaggia

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Il turismo lento e la riscoperta dei luoghi non lontani da casa stanno caratterizzando anche questa estate italiana, così come è successo negli ultimi due anni.

Caorle, dodicimila anime in provincia di Venezia, è il classico esempio di vacanza attenta ai dettagli e caratterizzata da attività sul territorio. E nella Venezia in miniatura, come viene definita, si uniscono colore e sapori, arte e sport, tra le casette colorate, il verde e il lungomare. Il tutto a meno di un’ora da Canal Grande.

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E poi c’è la Brussa, un lungo litorale sabbioso di quattro chilometri tra Caorle e Bibione, estremo lembo dell’Oasi naturale di Vallevecchia. Novecento ettari riqualificati con la piantumazione di migliaia di alberi tra le dune naturali a ridosso della spiaggia. Un luogo ricco di biodiversità, da affrontare passeggiando a qualunque andatura, in bicicletta oppure a cavallo.

Come ci ha raccontato Aurora Driusso, guida di equitazione: “Facciamo passeggiate di una o più ore, a seconda anche dell’esperienza del cavaliere. Partiamo dalla campagna, soprattutto per i principianti, per poi passare ai giri più impegnativi, dove attraversiamo tutta la pineta, che è zona boschiva e riserva naturale, per poi arrivare in spiaggia”.

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La natura tra terra e mare, con uscite in sella lungo luoghi di valenza ambientale unica, nell’alto Adriatico. Un paesaggio agricolo analogo al territorio circostante, dove sono stati effettuati dei ritrovamenti di epoca romana, tra la pineta mediterranea e una spiaggia non attrezzata.

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