Ce ne accorgiamo ogni giorno: la lingua italiana si evolve, con nuove parole ed espressioni che dal linguaggio quotidiano finiscono per entrare nei dizionari o diventare protagoniste del dibattito degli accademici. Ne sono un esempio il "petaloso" del 2016, che attirò l'attenzione dell'Accademia della Crusca, e le forme femminili di nomi e aggettivi (come "medica", "notaia", "soldata" e "architetta") inserite nell'edizione 2022 della Treccani. E proprio quest'ultima, nella sua versione online, ha sdoganato cinque neologismi dell'estate: "furbetti del telo", "grassofobico", "no-green", "sanchismo" e "talkaholism".
"Furbetti del telo" - Da tempo l'istituto Treccani si è dato il compito di monitorare l'evoluzione del linguaggio e i cambiamenti dell'italiano. L'ultimo Ferragosto è stato interessato dalle cronache dei "furbetti del telo", ossia coloro che per accaparrarsi i posti migliori delle spiagge libere arrivano la sera prima o all'alba per posizionare teli, lettini e ombrelloni e poi tornarsene a letto a dormire o andare a fare colazione.
"Grassofobico" - Tra i neologismi dell'estate c'è anche "grassofobico". Il termine è stato portato in auge a giugno 2023 da Maruska Albertazzi, semiotica e attivista bolognese per i disturbi alimentari, che aveva definito così un libro per bambini. Il volume, dopo le polemiche, è stato ritirato dal commercio dalla casa editrice. "Grassofobico" in realtà era già in uso nella divulgazione scientifica e dietetica per indicare il pregiudizio e la discriminazione generalizzata verso le persone giudicate sovrappeso.
"No-green" e "sanchismo" - Entrambi i termini derivano da vicende di politica estera. "No-green" è una delle parole con cui i giornali hanno definito l'estrema destra olandese, mentre "sanchismo" viene usato dagli avversari del premier spagnolo uscente Pedro Sánchez per indicare il suo stile di governo, a loro dire divisivo. I neologismi abbondano nel campo della politica, dove il rinnovamento dei termini di comunicazione è pressoché quotidiano.
"Talkaholism" - Si tratta di un termine coniato dai ricercatori James McCroskey e Virginia Peck Richmond, che di fatto ha una traduzione italiana, "logorroico". Questa parola è stata usata dai due studiosi per definire un difetto, ossia la necessità irrefrenabile di parlare troppo. Alla parola "talk", "parlare", si è aggiunta la desinenza anglosassone che riprende quella propria delle dipendenze (come l'alcolismo, in inglese "alcoholism").