"Un dolore che si rinnova"

Valentina Salamone trovata impiccata come Vera Schiopu | La sorella: "13 anni dopo lottiamo ancora per la giustizia"

Claudia Salamone a Tgcom24: "Un'altra ragazza impiccata in provincia di Catania? Per me è un dolore che si rinnova"

di Tamara Ferrari

© Facebook

"Quando ho sentito che un'altra ragazza era stata trovata impiccata in provincia di Catania, mi è mancato il fiato. Il pensiero è corso a mia sorella Valentina. Anche lei è stata trovata appesa a una trave. Per me è un dolore che si rinnova". A parlare a Tgcom24 è Claudia Salamone, sorella di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla, in provincia di Catania, trovata impiccata in un casolare di Adrano, dove si era recata per una festa, il 24 luglio del 2010. 

Ritenuto inizialmente un suicidio, il caso si è poi risolto - grazie alla tenacia e alla battaglia per la giustizia della sua famiglia - con la condanna definitiva all'ergastolo di un uomo, Nicola Mancuso, sposato e con tre figli, pregiudicato, con il quale la giovane aveva avuto una relazione. Per l'accusa, l'avrebbe uccisa perché non ne poteva più della sua gelosia. L'uomo si è sempre dichiarato innocente. "Non so se Vera Schiopu sia stata uccisa o si sia suicidata. Questo dovranno stabilirlo le forze dell'ordine", dice Claudia Salamone, "è, però, un buon segno che i carabinieri si siano subito insospettiti e abbiano deciso di vederci chiaro. Nel nostro caso non fu così, abbiamo dovuto lottare tanto per dimostrare che Valentina non si sarebbe mai suicidata. La sentenza definitiva è arrivata solo nel gennaio del 2022, dodici anni dopo la sua morte. E ancora manca un tassello nelle indagini. Sugli abiti di mia sorella è stato trovato il dna di un secondo uomo, il che significa che chi l'ha uccisa aveva un complice. Non smetteremo di lottare fino a quando non sapremo a chi appartiene quella traccia".

Come è morta Valentina?
“Intanto, voglio precisare che non è una tesi solo nostra quella secondo cui a ucciderla non sia stato solo Mancuso. Sotto le scarpe di mia sorella è stato trovato il dna di un secondo uomo e la Procura sta cercando di capire a chi appartiene. Le indagini sono coperte da segreto, non sappiamo nulla. Speriamo solo che si faccia in fretta”.

Valentina è stata trovata impiccata a una trave con una corda al collo. Come avete capito che non si era suicidata?
“Era una ragazza di 19 anni, con la leggerezza tipica di quella età. Era allegra, non si sarebbe mai impiccata, non ne aveva motivo. E poi era chiaro che fosse stata picchiata: sul suo corpo c'erano le tracce delle botte ricevute, sul viso c'era un graffio. Valentina ha lottato fino all'ultimo ed è riuscita a ferire i suoi aggressori. Sotto le sue scarpe sono state trovate tracce di sangue, da cui è stato estratto il dna degli aggressori. Dopo il delitto ci vennero restituiti i suoi abiti. Li conservammo, consapevoli che avrebbero potuto aiutarci nella ricerca della verità. E alla fine sono stati proprio quegli abiti, quelle scarpe a 'parlare', non i suoi amici, non chi la conosceva e avrebbe dovuto proteggerla. Dopo i funerali sono spariti tutti. Nonostante i nostri appelli, nessuno ha mai raccontato quello che sapeva”.

Perché Valentina è stata uccisa?
“C'è una sentenza definitiva. Per ora, dunque, dobbiamo accettare la verità processuale, secondo cui il movente sarebbe da ricercare nella storia di Valentina con Nicola Mancuso, che era sposato, aveva tre figli e non ne poteva più delle scenate di gelosia di mia sorella. Peccato che a noi questo movente non convince”.

Per quale motivo?
“Perché non spiega come mai sia stata uccisa da due persone. Perché chi l'ha uccisa avrebbe dovuto coinvolgere un suo amico nel delitto? E se invece mia sorella avesse visto o sentito qualcosa per cui ha pagato con la vita? Non dimentichiamo che Mancuso è stato condannato in via definitiva per droga. Chissà, forse la verità la sapremo soltanto quando verrà arrestato il secondo uomo. Spero che accada presto, perché non posso immaginare che un assassino resti a piede libero. Questa persona non deve farla franca. Lo chiedo in nome di Valentina, ma anche di tutte le donne che ogni giorno vengono uccise. Sono troppe, bisogna fermare questa strage".

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