Mentre gli attivisti protestano contro il rilascio nell'Oceano Pacifico delle acque della centrale di Fukushima, sito del disastro nucleare del 2011, il governo giapponese fa sapere che la decisione potrebbe arrivare già martedì 22 agosto. Quel giorno, infatti, si terrà una riunione per stabilire la data di avvio delle operazioni di scarico. Lo riferisce l'agenzia di stampa giapponese Kyodo.
Mesi di trattative -
Il primo ministro, Fumio Kishida ha visitato la prefettura di Fukushima. L'esecutivo giapponese è impegnato da mesi in colloqui per rassicurare i paesi vicini sull'assenza di pericolo delle operazioni. Soprattutto, è impegnato nel dialogo con le popolazioni locali e le comunità di pescatori preoccupate per il rilascio di acqua radioattiva in mare.
Nelle scorse settimane, indiscrezioni mediatiche avevano ipotizzato l'avvio dello scarico tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. Da qui la protesta degli attivisti, che nelle scorse ore hanno manifestato sotto le finestre dell'ufficio del premier Kishida a Tokyo.
Lo scarico potrebbe durare anni -
L'Agenzia per la regolamentazione del nucleare del Giappone ha concesso il 7 luglio la propria autorizzazione definitiva al piano per lo scarico dell'acqua di Fukushima. L'autorizzazione è stata rilasciata dopo il completamento delle ultime ispezioni effettuate dal regolatore giapponese nel sito della centrale e dell'infrastruttura per il trattamento dell'acqua contaminata Alps (Advanced Liquid Processing System). L'approvazione del regolatore era l'ultimo passaggio atteso dal governo del Giappone per stabilire la data di avvio del processo di scarico, che dovrebbe protrarsi per circa 30 o 40 anni.
Il via libera dell'Aiea -
Il mese scorso, è arrivato il parere positivo anche dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. In un rapporto personalmente consegnato dal direttore Rafael Grossi al primo ministro Kishida si legge che il piano del Giappone è "coerente" con gli standard di sicurezza internazionale e avrà "un impatto radiologico trascurabile sulle persone e l'ambiente".
Durante l'incontro con Kishida, Grossi ha ricordato che il rapporto è frutto di studi e indagini durate due anni, sulla base di criteri di "rigorosità, scientificità e imparzialità". Secondo il direttore dell'Aiea, il Giappone "dispone di tutti gli elementi" necessari a "passare alla prossima fase" del piano.
Un ufficio di vigilanza ad hoc -
Nel corso di una visita a Fukushima, il direttore generale Grossi aveva inaugurato un ufficio sul luogo del disastro nucleare avvenuto nel 2011 per vigilare sulle delicate operazioni di scarico. Grossi ha dichiarato che l'Aiea "è consapevole dei timori delle comunità locali e dei Paesi limitrofi al Giappone, e proprio per questo vigilerà ininterrottamente sulle procedure di scarico e fornirà "aggiornamenti in tempo reale". "L'Aiea è l'istituzione di tutti" e la sua missione è di assicurare "la sicurezza nucleare", ha detto il direttore dell'agenzia.