Ong ucraina: i russi chiedono soldi alle famiglie dei loro caduti per restituire i corpi
Altre testimonianze raccolte dal New York Times riferiscono che i morti russi vengono registrati come "dispersi" per non pagare gli indennizzi ai familiari
Una ong ucraina, Crimea SOS, ha pubblicato sul proprio sito un rapporto secondo il quale alcuni comandanti russi chiedono soldi alle famiglie dei soldati di Mosca caduti in battaglia per restituire loro i corpi dei congiunti. Secondo il documento, i "commissari militari" russi portano i corpi dei loro caduti all'obitorio di Simferopol (la seconda città più grande della Crimea occupata dai russi); ai parenti viene invece detto che i corpi dei loro congiunti sono ancora al fronte, e chiedono un pagamento di circa 100-150mila rubli (980-1.470 euro) per recuperarli.
18agosto
Secondo la Ong, i commissari militari si giustificano con le famiglie dicendo che il recupero dei cadaveri al fronte è un'attività pericolosa, e per questo è necessario pagare per procedere; altrimenti è possibile che la restituzione dei corpi avvenga dopo molto tempo.
Secondo altre testimonianze riportate dal New York Times, poi, in diversi casi ai soldati russi è stato ordinato di non recuperare i corpi dei compagni caduti sul campo di battaglia. Il motivo, secondo il quotidiano, è che in questo modo questi soldati possono essere registrati come "dispersi" invece che come "caduti", e così non è necessario pagare un indennizzo alle famiglie. "C'erano corpi ovunque - ha raccontato uno dei soldati al New York Times - ma nessuno si curava di recuperarli per questo motivo".
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