Da tempo, ormai, i videogiochi hanno esteso la propria cerchia di affezionati includendo anche fasce d’età che prima erano completamente estranee a questo settore. Dato sempre crescente diffusione dei videogame, un recente studio condotto dall'Università di York ha rilevato che le persone più anziane che si dedicano ai giochi di enigmistica digitale mostrano capacità di memoria pari a quelle dei ventenni.
Secondo l'Entertainment Software Association (ESA), l'associazione di categoria dell'industria videoludica statunitense, oltre 164 milioni di adulti negli Usa giocano ai videogiochi e tre quarti degli americani hanno almeno un giocatore in casa nel 2019.
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In una dichiarazione dei ricercatori si legge che gli adulti dai 60 anni in su che giocano con i puzzle game digitali hanno una maggiore capacità di ignorare le distrazioni irrilevanti. Tuttavia, i giocatori più anziani che si sono dedicati ai giochi di strategia non hanno mostrato gli stessi miglioramenti nella memoria o nella concentrazione.
Ricerche passate hanno stabilito che, con l'avanzare dell'età, le capacità mentali degli esseri umani tendono a deteriorarsi, compresa la cosiddetta memoria di lavoro, ossia la capacità di ricordare più cose allo stesso tempo. "Si ritiene che la memoria di lavoro raggiunga il suo picco tra i 20 e i 30 anni per poi diminuire lentamente con l'avanzare dell'età", hanno dichiarato gli scienziati. Con un esperimento online, il team ha misurato la capacità di memoria di lavoro visuo-spaziale (WM) e quella di ignorare le distrazioni.
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La categorizzazione dei 209 partecipanti giovani adulti (18-30 anni) in base al tipo di gioco a cui giocavano prevalentemente ha rivelato una capacità di WM superiore per i giocatori di strategia e azione rispetto ai non giocatori. A differenza dei più giovani, i dati di 181 adulti anziani (60-81 anni) hanno mostrato una capacità di WM e una resistenza alla distrazione superiori per i giocatori di puzzle, equivalenti a quelle delle persone tra 18 e 30 anni. Per questo motivo, l'obiettivo principale dello studio è stato quello di confrontare le capacità di memoria di adulti più anziani e di adulti più giovani che giocavano a giochi elettronici "reali".
Gli esperti hanno poi testato un'ampia gamma di giochi in esperimenti digitali, in cui i partecipanti memorizzavano immagini, rimanendo distratti. La dottoressa Fiona McNab del Dipartimento di Psicologia dell'Università di York, ha dichiarato che l'attenzione principale è rimasta sui giochi d'azione perché spesso richiedono reazioni rapide, aiutano a tenere sotto controllo gli obiettivi e, di conseguenza, richiedono elevate capacità di attenzione e memoria.
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"La nuova analisi mostra che gli elementi di azione non sembrano offrire benefici significativi ai giovani adulti", ha spiegato McNab. "Sembra invece che gli elementi di strategia dei giochi, come la pianificazione e la risoluzione dei problemi, stimolino una migliore memoria e attenzione nei giovani". McNab ha inoltre osservato che lo stesso effetto non è stato osservato negli adulti più anziani, ma sono necessarie ricerche più approfondite per comprenderne le ragioni.
Il dott. Joe Cutting del Dipartimento di Informatica dell'Università di York ha parlato di "distrazione codificante": uno scenario in cui le persone raggiungono una capacità di ignorare le distrazioni irrilevanti tale da accrescere la conservazione della memoria. Il processo porta a un maggiore consolidamento di quest’ultima, in cui il cervello rafforza la connessione con le informazioni apprese.
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A ogni modo, lo studio ha evidenziato prove contrastanti in base all'età e alla tipologia di gioco: le persone più anziane hanno dimostrato una maggiore probabilità di dimenticare gli elementi memorizzati quando erano impegnati in giochi di strategia e si distraevano. Al contrario, i partecipanti più giovani hanno avuto difficoltà a concentrare l'attenzione quando giocavano esclusivamente a giochi di enigmistica.
I risultati dello studio sottolineano dunque l'importanza di prendere in considerazione diversi tipi di giochi per la ricerca e la progettazione di interventi cognitivi adatti a diverse età. I ricercatori sperano che gli studi futuri riescano ad analizzare la variazione dei risultati dei diversi tipi di gioco in base all'età del giocatore e di osservarne il legame con il modo in cui il cervello immagazzina le informazioni quando gli individui invecchiano.