Robert De Niro compie 80 anni e festeggerà nel "suo" Greenwich Village con un party esclusivo in un locale italiano. Anche se ha eletto l'Italia a seconda patria (lo abbiamo appena visto a Napoli in compagnia di Paolo Sorrentino), New York è la sua vera casa e si può dire che la sua immagine si sovrapponga ormai in modo assoluto a quella della Grande Mela. Un po' per l'indissolubile sodalizio con l'amico Martin Scorsese (ad oggi nove film), un po' per la sua diretta esperienza tra il Bronx e Little Italy, è stato gangster e poliziotto, detective e criminale con assoluta naturalezza ed è difficile scindere il suo talento da personaggi indimenticabili cui la vita ha riservato rabbia, brutalità e redenzione. Il divo vanta due premi Oscar e ben sette figli, l'ultimo avuto a 79 anni.
Le origini di Robert De Niro -
Robert Anthony Jr. nasce a Greenwich Village il 17 agosto 1943 da Robert Senior con sangue abruzzese e irlandese e da Virginia Admiral di origini olandesi. I due si sono conosciuti all'Accademia di Belle Arti (lei avrà una certa fama come poetessa e pittrice), ma si separano già nel 1945 quando il padre dichiara la sua omosessualità. Il piccolo Robert andrà a vivere con la madre a Little Italy anche se manterrà affettuosi rapporti col padre per tutta la vita.
La formazione a New York -
Cresce da ragazzo di strada con amicizie osteggiate dai genitori, non è uno studente modello, scopre presto la passione per la recitazione debuttando a 10 anni nel "Mago di Oz" in una recita scolastica. Prima di abbandonare le scuole superiori ha già scelto la sua strada, frequenta i corsi di Stella Adler, devota al metodo Stanislavski e poi il celebre Actors Studio di Lee Strasberg. De Niro ottiene qualche apparizione in due film di Marcel Carné ("Tre camere a Manhattana" e "I giovani lupi") a metà del decennio, ma nel 1963 un giovane filmmaker lo ha coinvolto in un vero film indipendente: "Oggi sposi" del debuttante Brian De Palma che, per problemi di censura, uscirà solo nel 1969.
Gli inizi al cinema -
Allora però le critiche furono più che favorevoli e attirarono l'attenzione su "Billy Milk" come veniva chiamato per il pallore della carnagione. Lavora altre due volte con De Palma ("Ciao America!" e "Hi Mom!"), passa per la "fucina" di Roger Corman per "Il clan dei Barker", si fa le ossa con qualche commedia di serie B. Poi con "Batte il tamburo lentamente" (1973) di John D. Hancock riesce a imporsi anche per la cura maniacale con cui studia il personaggio, un giocatore di baseball, passando settimane intere ad allenarsi coi giocatori. Non gli riesce invece di ottenere il ruolo di Sonny Corleone ne "Il padrino", ma Coppola si ricorderà di lui chiamandolo per il ruolo del giovane Don Vito nel sequel della fortunatissima saga.
Per l'occasione imparerà il siciliano, comprese le sfumature dialettali, e vincerà il suo primo Oscar come coprotagonista nel '75. Intanto però, nello stesso 1973, la fortuna (e l'amicizia con de Palma) gli valgono l'incontro che cambia la vita: il debuttante Martin Scorsese, italo-americano come lui, gli affida il ruolo di protagonista in "Mean Street" (a fianco di Harvey Keitel) e dà spazio all'impronta autobiografica che De Niro apporta al personaggio.
La Palma d'oro con "Taxi Driver" -
Due anni dopo i due, in coppia, replicano il successo con lo straordinario "Taxi Driver" che vince la Palma d'oro a Cannes. Come il '73 anche il 1975 è per l'attore un anno di svolta: si alterna tra il set con Scorsese e quello con Bernardo Bertolucci che lo ha chiamato per il suo epico "Novecento" nel ruolo del borghese Alfredo Berlenghieri. Da quell'esperienza si consolida il legame di De Niro con l'Italia, consacrato in seguito dalla doppia cittadinanza e dalle visite al paese dei nonni, Ferrazzano in Molise.
I due premi Oscar -
È stato candidato per otto volte al Premio Oscar vincendolo in due occasioni: nel 1975 come miglior attore non protagonista nel ruolo del giovane Vito Corleone ne "Il padrino - Parte II" e nel 1981 come miglior attore protagonista per avere interpretato il pugile Jake LaMotta nel film "Toro scatenato". Celebre l'interpretazione in "Taxi Driver" (1976) di Scorsese dove è stato candidato come miglior attore protagonista. Nel 2003 gli è stato assegnato un Life Achievement Award dell'American Film Institute come riconoscimento per il suo contributo alla storia del cinema e nel 2020 lo Screen Actor Guild Award alla carriera.
Il rapporto con l'Italia -
"L'Italia - ha detto - rimane il paese più bello del mondo, e quello che storicamente ha dato più di ogni altro in termini culturali e artistici. Oggi mi sembra che viva un momento molto caotico, ma ho l'impressione che questa sia una costante della sua storia e che forse proprio da questo caos nasca la sua bellezza".
I grandi successi -
Ripercorrere la sua filmografia tra insuccessi diventati mitici come "New York New York", successi da Oscar, trionfi assoluti ("Il cacciatore") e divertimenti di cassetta (la trilogia di "Vi presento i miei") è quasi un esercizio sterile visto che tra le sue oltre 100 interpretazioni ognuno trova la sua favorita. Ha diretto due film (l'applaudito "Bronx" nel 1993 e l'impegnato "The Good Shepherd" nel 2006), è sempre stato un sostenitore dei Democratici e fiero oppositore di Donald Trump.
L'omaggio di Martin Scorsese -
In Italia la sua voce, capace di mille sfumature, è stata legata per una vita a quella di Ferruccio Amendola che però, in molte occasioni, ha lasciato il passo a Stefano De Sando come nell'ultimo capolavoro, "The Irishman". Di lui dice Martin Scorsese: "Non conosco nessuno in grado di sorprendermi sullo schermo come De Niro per la sua forza e capacità di coinvolgere".
I sette figli di De Niro -
De Niro ha sette figli nati da quattro donne diverse. A maggio infatti Robert è diventato papà per la settima volta a 79 anni. L'identità della madre di Gia non è stata resa pubblica, ma si tratterebbe della campionessa di arti marziali Tiffany Chen, che qualche mese fa è stata fotografata con il pancione mentre usciva da un ristorante con il divo. Gli altri figli di De Niro sono Drena, 51 anni, e Raphael, 46 anni avuti con Diahnne Abbott, e ancora i gemelli di 27 anni Aaron e Julian avuti con Toukie Smith ed Elliot, 25 anni, e Helen, 11 anni, nati dal matrimonio con Grace Hightower (hanno chiesto il divorzio nel 2018 dopo più di 20 anni insieme).