Indaga la Procura di Torino

Truffe affettive online, "Ecco come ho incastrato l'uomo che mi ha ingannata"

Rosanna, 65 anni, vedova, racconta a Tgcom24 come è stata convinta a donare i suoi soldi a una banda di criminali e come è riuscita a fare avviare un'indagine e a farne catturare uno

di Tamara Ferrari

© Tgcom24

“Ho fatto aprire un’inchiesta, la polizia ha già preso un uomo. Quando mi sono accorta che ero vittima di una truffa affettiva, avevo già perso 1.200 euro. Considerato come funzionano queste trappole, sarebbe potuta andare peggio. In ogni caso, non mi sono lasciata prendere dallo sconforto: ho deciso di combattere”. Rosanna Gregorio, 65 anni, è rimasta vittima di una delle truffe affettive più comuni: quella che ha per protagonista un soldato in guerra.

Sempre le stesse storie -

 Infatti, le bande di cybercriminali specializzate in questo tipo di truffe si presentano spesso come uomini e donne affascinanti, presunti imprenditori, ereditieri, militari in servizio in territori di guerra, medici della Nato che lavorano lontano dal loro Paese di origine. Fanno credere alla vittima di essere interessati a iniziare una relazione seria e duratura e poi le plagiano con tecniche simili a quelle usate dalle sette. 

Così "agganciano" le vittime -

 “Sono vedova, vivo sola”, racconta Rosanna a Tgcom24, “l’anno scorso, a ottobre, mi ha contattata su Facebook un bell’uomo che diceva di chiamarsi Richard e di essere un maggiore dell'esercito americano di stanza in Siria. Mi ha chiesto l’amicizia”. Continua: “Poiché non lo conoscevo, sono andata a controllare il suo profilo. Dalla foto sembrava affascinante. Ho pensato: ‘Che bel tipo’, gli ho dato l’amicizia. Abbiamo cominciato a scriverci su Messenger e, dopo un po’, ci siamo trasferiti su WhatsApp, poiché mi ha detto che mentre era al lavoro non poteva collegarsi a Facebook”. Rosanna in quel momento non era in cerca di una storia. “Non nego, però, che il fatto di avere suscitato l’interesse di un uomo più giovane mi incuriosiva”, racconta, “lui, poi, non era mai volgare. Non mi ha mai chiesto una mia foto né ha mai fatto apprezzamenti pesanti. Invece, mi ha raccontato che aveva due figli piccoli in collegio in Inghilterra e tra pochi giorni sarebbe andato in congedo”.

Usano le tecniche delle sette -

 Rosanna si lascia coinvolgere dalla situazione. “Non mi sono innamorata”, spiega, “ma portare avanti questa 'amicizia virtuale mi faceva stare bene e giovava alla mia autostima. Non mi ero accorta che dall’altro lato dello schermo c’erano dei criminali che stavano usando su di me le tecniche di plagio tipiche delle sette, per ipnotizzarmi e farmi fare quello che volevano. Un giorno, dopo circa un mese di amicizia virtuale, il finto Richard mi ha detto che il governo americano gli aveva fatto un grosso regalo per la sua dedizione: circa due milioni e 500mila euro. Solo che, trovandosi lui in Siria, non poteva tenere questi soldi con sé. Mi ha scritto: ‘Te li mando con un corriere e tu li custodisci per me, verrò a prenderli’. A me”, continua Rosanna, “sembrava tutto molto strano. Però, non so dire nemmeno io come, mi sono lasciata convincere che era tutto vero”.

Forniscono finte prove -

 Il giorno dopo Rosanna viene contattata da un'altra persona. “Era un uomo”, racconta, “mi ha detto: ‘Sono fermo al casello, ma per sbloccare questi soldi devi mandarmi un bonifico 1.200 euro. Gli ho chiesto di mandarmi una prova. Mi ha inviato l’immagine di una cassaforte. Ero titubante. Ma ormai ero plagiata. Come sotto ipnosi - altrimenti non riesco a spiegarmi come sia stato possibile - sono andata in banca a fare un bonifico”.

La scoperta della truffa -

 Appena inviati i soldi, Rosanna si rende subito conto di quello che ha fatto. “Ho confidato i miei timori di essere stata truffata a un’amica psicologa”, racconta, “mi ha invitata a rivolgermi ad Acta, l’associazione che aiuta le vittime di truffe affettive. Ho così scoperto che era davvero una trappola e sono andata dai carabinieri per sporgere denuncia”.

Incredibilmente, in caserma Rosanna si è sentita rispondere che “siccome avevo donato i soldi volontariamente, non c’era nessuna truffa”. Spiega: “Ci sono rimasta malissimo, ma non mi sono data per vinta. Il giorno dopo sono andata dalla polizia postale, ho portato con me la copia del bonifico che avevo fatto, da cui risultavano un iban e il nome del destinatario. Quindi, ho aspettato al varco i truffatori”.

Mai fidarsi degli sconosciuti -

 Nei giorni successivi la banda di criminali si è rifatta viva. “Il finto Richard mi scriveva come se fosse innamorato”, racconta Rosanna, “l’altro uomo mi chiedeva soldi per sbloccare la cassaforte. Ho conservato i messaggi e ne ho consegnato una copia agli investigatori. Così è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Torino, la persona che ha ritirato i miei soldi è stata rintracciata. Si tratta di un giovane uomo di colore che vive all’estero, alle sue spalle c’è un’organizzazione criminale dedita alle truffe affettive. Spero che li prendano tutti. Io ci ho rimesso 1.200 euro. Tante persone perdono i risparmi di una vita. Non bisogna mai fidarsi di persone conosciute su internet e che non si conoscono nella realtà: la truffa è sempre dietro l’angolo”.

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