Giorgia Meloni "ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia". Lo scrive su Facebook Giuseppe Conte precisando che "l'incontro di venerdì a Palazzo Chigi", in cui il premier ha convocato le opposizioni per confrontarsi sulla misura, "si preannuncia in salita". Tra le argomentazioni del presidente del Consiglio, chiarisce il leader M5s, "quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta".
Ascolto sì, ma sulla proposta di legge dell'opposizione sul salario minimo nessun ripensamento. A poche ore dall'incontro con i leader dei partiti di minoranza Giorgia Meloni chiarisce, o meglio conferma, quella che è la posizione del governo sul tema: se approvato per legge, "potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e diventare così un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora".
Una lettura che Giuseppe Conte respinge in toto, sottolinea come la proposta depositata dalle opposizioni su questo sia "chiara: se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l'ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l'ora, rimane a 11. Non scende certo a 9". "Il Governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi - conclude il leader del M5s -. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell'incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici".
Ancora più dura la reazione del Pd. "Qual è la strategia di Meloni? Convocare l'incontro e poi cercare l'incidente per farlo saltare?", si chiedono dalle parti del Nazareno con Elly Schlein comunque decisa a fare valere le sue ragioni direttamente a Palazzo Chigi. La segretaria del Partito democratico per il momento tace ma il capogruppo Pd in commissione Lavoro Arturo Scotto dà man forte a Conte, dichiarando che venerdì il partito sarà presente per ribadire che "il salario minimo va fatto per legge".
Bonaccini: "Ho apprezzato l'apertura di Meloni" -
In controtendenza rispetto al suo partito la posizione del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. "Ho trovato apprezzabile che la presidente del Consiglio, Meloni, a differenza di molti suoi ministri e di una parte rilevante della maggioranza, abbia evitato di chiudere il confronto come volevano molti suoi esponenti di partito e di maggioranza e di Governo" ha detto. E questo, ha sottolineato Bonaccini, "perché, secondo me, ha capito che nel Paese la gran parte degli italiani, indipendentemente da chi votano o hanno votato, non tollerano che duri ancora troppo la situazione nella quale oltre tre milioni di persone, spesso giovani e giovanissime, ragazzi e ragazze, lavorino a due-tre-quattro euro l'ora lordi senza alcuna tutela e dunque con stipendi da fame e senza diritto. Questo non è degno di un Paese civile".
Se all'incontro "dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento" commenta invece Riccardo Magi di +Europa, mentre Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs reputano inutile la convocazione di Meloni se fatta soltanto "per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo". In un pomeriggio decisamente agitato, veste i panni di mediatore Carlo Calenda che chiede a tutti di "tenere i toni bassi" e di lavorare insieme per raggiungere un accordo, mentre la senatrice Raffaella Paita conferma che Italia Viva non ci sarà perché pensa ancora che "le leggi si debbano fare in Parlamento".
Meloni venerdì accoglierà le opposizioni affiancata dai due vicepremier - Antonio Tajani e Matteo Salvini - dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone e dai due sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. La proposta del governo, che difficilmente vedrà la luce prima di settembre, è invece quella di continuare a insistere sulla contrattazione collettiva, come rimarcato dalla stessa Calderone, per la quale occorre "un'azione intensa per un'estensione della contrattazione ai settori ancora non coperti" e da Tajani, per il quale l'idea di una "contrattazione collettiva che garantisce i lavoratori è meglio di un salario fissato per legge". Meloni confida comunque che il confronto di venerdì possa trasformarsi in un'occasione per capire se "c'è il margine di presentare insieme" alle opposizioni "una proposta seria contro i salari bassi - vero problema italiano - e che si possano fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva.