Hanno preso il cuore di un paziente che aveva subito un arresto cardiaco, lo hanno "revitalizzato" e lo hanno trapiantato in un uomo di 61 anni. Lo straordinario intervento è stato effettuato presso l'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Si tratta della prima volta in Piemonte e una delle primissime in Italia in cui viene effettuato un trapianto di cuore con la tecnica "DCD", cioè revitalizzando l'organo dopo un decesso.
Un giovane donatore -
A donare il cuore è stato un giovane uomo che a metà luglio aveva avuto un arresto cardiaco a causa di un’embolia polmonare massiva. Trasferito sotto massaggio cardiaco dal Canavese, dove abitava, all'ospedale San Giovanni Bosco, è stato stabilizzato con un supporto meccanico circolatorio. Purtroppo, i sanitari si sono resi conto che il cervello ha sofferto in maniera irreversibile dopo l'arresto cardiaco e hanno condiviso con i familiari la scelta di sospendere le cure intensive. Si è scoperto che, in passato, il giovane paziente aveva espresso il consenso alla donazione degli organi. Da qui la decisione di attivarsi per soddisfare la sua ultima volontà.
Una donazione speciale -
"In questo caso", fanno sapere dall'ospedale, "la donazione ha avuto un percorso nuovo e particolare". Infatti, è stato allertato il Centro regionale trapianti del Piemonte, che ha disposto il trasferimento del paziente all'ospedale Molinette, con cui l’ospedale Giovanni Bosco collabora in una rete integrata. "Da maggio", si legge in un comunicato stampa, "il Centro nazionale trapianti ha ufficializzato un nuovo programma nazionale di donazione chiamato 'DCD' cuore, che si aggiunge al programma di donazione DCD dei polmoni, fegato e reni, già in vigore. Questo protocollo è il risultato di un gruppo di lavoro formato da tutti i Centri di trapianto di cuore italiani ed è stato coordinato dal professor Massimo Boffini e dalla dottoressa Marinella Zanierato della Città della Salute di Torino".
La sospensione delle cure -
Una volta alle Molinette, gli accertamenti hanno confermato un’ottima funzione del cuore e di altri organi. Il cervello, invece, è stato danneggiato dal prolungato arresto cardiaco e i polmoni erano malandati per l’embolia polmonare. Dopo l’ultimo saluto del papà, il giovane è stato trasferito in sala operatoria, dove è avvenuta la sospensione delle cure. Il suo cuore ha smesso di battere ed è iniziata una corsa contro il tempo per impedire che gli organi soffrissero troppo.
Il trapianto -
Dopo l’accertamento della morte, il professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia e del programma di trapianto di cuore e di polmoni delle Molinette, ha “revitalizzato” tutti gli organi, compreso il cuore, con una circolazione extracorporea. Il cuore ha ripreso a battere, il fegato a produrre bile, i reni a urinare. L’ultimo desiderio del paziente è diventato realtà: il cuore è stato trapiantato su un uomo ligure di 60 anni, affetto da una cardiomiopatia dilatativa terminale e da tempo in attesa.