La scheda

Spray al peperoncino, che cos'è e quando si può usare

La bomboletta urticante è un mezzo di autodifesa comune: può essere acquistata anche al supermercato. Tuttavia, ci sono dei limiti legali al suo utilizzo

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Lo spray al peperoncino è diventato uno strumento di difesa personale molto comune. Questa bomboletta è facile da reperire: la si può, infatti, comprare in farmacia o anche nei supermercati. Esistono però dei limiti al suo utilizzo imposti dalla legge. 

Cos'è e come funziona -

 Lo spray al peperoncino è una bomboletta pressurizzata contenente il gas oleoresin capsicum, presente nelle piante erbacee del genere Capsicum tra le quali appunto, il peperoncino piccante. Non è tossico e non lascia danni permanenti, ma è comunque un forte irritante delle mucose dell'occhio, del naso e della gola. Il suo effetto, se la concentrazione di capsacina, una sostanza irritante, è nei limiti legali dura circa 20 minuti. Spruzzata in faccia all'aggressore, la bomboletta causa una cecità momentanea che permette alla vittima di scappare.

Quando si può usare -

 Il fatto che lo spray al peperoncino si possa acquistare liberamente non significa che il suo uso possa essere indiscriminato. In Italia, i prodotti a base di peperoncino come strumento di autodifesa sono stati legalizzati con il Decreto Ministeriale numero 103 del 12 maggio 2011 per le forze dell'ordine e per i maggiori di sedici anni. Il provvedimento chiarisce che l'utilizzo della bomboletta è giustificato solo per "legittima difesa dettata dalla necessità di sottrarsi a reali minacce all’incolumità personale". Non è consentito utilizzarla per aggredire un'altra persona che non costituisce alcuna minaccia per noi o per altri.

Altre limitazioni -

 Secondo le disposizioni, lo spray non può contenere più di venti millilitri di prodotto urticante, con una percentuale di oleoresin capsicum inferiore al 10% e una concentrazione massima di capsaicina pari al 2,5% e non può avere una gittata superiore ai tre metri. La miscela non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici. Se non soddisfa questi requisiti, la bomboletta non è più uno strumento di legittima difesa ma diventa un mezzo illegale di aggressione. 

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