LE PAROLE DEL PORTAVOCE DELLA REGIONE LAZIO

Strage di Bologna, "Fioravanti e Mambro innocenti": bufera su De Angelis

Il portavoce della Regione Lazio, ed ex terrorista nero, parla a pochi giorni dal 43esimo anniversario della strage: "Dico la verità. Come i martiri cristiani, non accetterò mai di rinnegarla per salvarmi dai leoni"

© Ansa

"So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". Hanno scatenato vibranti polemiche le parole di Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e attuale responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca. Parole pubblicate sui social a pochi giorni di distanza dal 2 agosto, anniversario della strage. "Un giorno - puntualizza De Angelis - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)".

Solo tre giorni prima il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che provocò 85 vittime e 200 feriti, aveva sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi".

Cosa ha detto De Angelis -

 "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini", prosegue De Angelis, in realtà "lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e cariche istituzionali. E se io dico la verità, mentre loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere".

Le reazioni e la polemica -

 De Angelis conclude invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace', dovete rilanciarlo e condividerlo. Altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna". Immediate le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di "parole gravissime". Lei e Sandro Ruotolo, della segreteria dem, chiedono al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Durissima l'Anpi, per la quale "le dichiarazioni di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore".

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