le parole del pontefice

Papa Francesco: "Anche le transessuali sono figlie di Dio"

In un'intervista a "Vida Nueva", il pontefice chiarisce: "Servono seminaristi normali che giocano a pallone" e precisa: "I tempi non sono maturi per un Vaticano III"

Per Papa Francesco "le transessuali sono figlie di Dio". Lo ha detto nel corso di un'intervista rilasciata prima di partire per Lisbona. Il Pontefice ha quindi ricordato "la prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano. Se ne sono andate piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio. Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale per loro, ma sono figlie di Dio". 

"Ci servono seminaristi che giocano a pallone" -

 Nella sua intervista a "Vida Nueva", il Papa ha poi chiarito: "Una pastorale ideologica di sinistra o di destra o di centro è inutile, è già malata dall'inizio e fa male ai giovani". E ha aggiunto: "Ho paura dei gruppi giovanili intellettuali, di chi chiama i giovani a riflettere e poi li riempie di idee strane. Con i giovani dobbiamo usare il linguaggio delle mani, perché i giovani hanno bisogno di fare le cose, e il linguaggio delle gambe, che è camminare, non un laboratorio asettico". In linea con questo tema, Francesco ha sottolineato anche che "abbiamo bisogno di seminaristi normali, con i loro problemi, che giocano a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare". 

"Vaticano III, i tempi non sono maturi" -

 Il Santo Padre è convinto che "non siano maturi i tempi per un Concilio Vaticano III" e spiega: "Non è nemmeno necessario adesso, dal momento che non è ancora stato avviato il Vaticano II". E sulla sua elezione fa una battuta: "Sono una vittima dello Spirito Santo". Sulle riforme poi ammette: "Non ho ancora osato porre fine alla cultura di corte in Curia". E, in ogni caso, afferma che "non possiamo riformare la Chiesa senza il Vangelo". Dice poi di essere "preoccupato per la rigidità" in alcuni settori ecclesiali". 

"Avanti con l'offensiva di pace per Kiev" -

 Bergoglio ha poi assicurato che intende proseguire la sua "offensiva di pace" per l'Ucraina. "Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, sta lavorando intensamente come responsabile dei dialoghi - ha spiegato -. E' già andato a Kiev, dove si mantiene l'idea della vittoria senza optare per la mediazione. E' stato anche a Mosca, dove ha trovato un atteggiamento che potremmo definire diplomatico da parte della Russia. Il progresso più significativo che è stato realizzato riguarda il ritorno dei bambini ucraini nel loro Paese. Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che ogni membro della famiglia che chiede il ritorno dei suoi figli possa farlo. Per questo, sto pensando di nominare un rappresentante permanente che faccia da ponte tra le autorità russe e ucraine. Per me, in mezzo al dolore della guerra, è un grande passo". 

"Zuppi a Pechino per abbassare la tensione" -

 E ancora: "Dopo la visita del cardinale Zuppi a Washington, la prossima tappa prevista è Pechino, perché entrambe detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto. Tutte queste iniziative sono ciò che io chiamo 'un'offensiva per la pace. Inoltre, per novembre, prima che si tenga a Dubai il Summit sul clima delle Nazioni Unite, stiamo organizzando un incontro di pace con i leader religiosi ad Abu Dhabi. Il cardinale Pietro Parolin sta coordinando questa iniziativa, che vuole svolgersi fuori dal Vaticano, in un territorio neutrale che invita tutti all'incontro". 

Kosovo e Argentina -

 I suoi prossimi viaggi, rivela, dovrebbero essere in Kosovo e Argentina, mentre su un'ipotetica futura visita in Spagna precisa: "Non andrò in nessun grande Paese d'Europa finché non finisco con i piccoli". Sulla Francia, dice che andrà a Marsiglia, dove si tiene il convegno sul Mediterraneo, ma non si tratta di "una visita apostolica al Paese".