Cambiamento climatico, l'appello di 100 scienziati italiani: "Non chiamatelo maltempo, è colpa dell'uomo"
Il commento del professor Antonello Pasini a "Zona Bianca": "Senza l'influsso umano, il riscaldamento globale degli ultimi sessant'anni non ci sarebbe stato"
Il cambiamento climatico e gli importanti fenomeni che hanno recentemente diviso l'Italia in due tra violenti temporali e picchi di caldo da record continuano a tenere banco e a destare preoccupazione. A prendere posizione sono anche cento scienziati italiani, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi, che hanno firmato una lettera indirizzata ai media, con la richiesta di porre particolare attenzione a quello che sta realmente accadendo a livello climatico.
"C'è stata una copertura enorme degli ultimi eventi meteoclimatici, dall'anticiclone africano ai problemi nelle regioni del Nord, però tante volte è stato presentato come maltempo, senza invece collegarlo alle vere cause", spiega a "Zona Bianca" il professore Antonello Pasini, uno degli esperti che ha preso parte all'iniziativa.
"Senza l'influsso umano, il riscaldamento globale degli ultimi sessant'anni non ci sarebbe stato", aveva esordito durante l'intervista rilasciata alla trasmissione di Rete 4, per poi chiedere un'azione concreta allo scopo di rallentare il processo in moto: "Se il cambiamento fosse stato soltanto naturale, noi non avremmo potuto far altro che difenderci. Invece sappiamo che gran parte delle cause sono le nostre, perciò possiamo agire su queste cause per evitare gli effetti indesiderati".
Secondo l'analisi del primo ricercatore e Fisico del clima presso il CNR di Roma, a dimostrazione del cambiamento climatico si starebbero registrando fenomeni sempre più forti e intensi: "Le ondate di calore raggiungono temperature che prima non avevamo: quando ero piccolo, cinquant'anni fa, ricordo il colonnello Bernacca dire di fare attenzione nei giorni in cui si potevano superare i 30 gradi". E ancora: "Basti pensare che nel passaggio da ere glaciali a periodi caldi si aumentava di un grado ogni mille anni. Ora lo stesso aumento c'è stato in cento anni".
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