Chris Obeng Abom, 14 anni a settembre, è morto investito da un pirata della strada a San Vito di Negrar (Verona). Il ragazzo, subito dopo l'impatto, è rimasto in un fosso per quasi un'ora e mezza prima di essere trovato. Un ritardo che è risultato fatale. I medici hanno spiegato che il giovane "se soccorso subito avrebbe potuto essere salvato". Lo conferma la madre che con difficoltà, intervistata a "Morning News", racconta: "L'incidente è avvenuto alle otto di sera, ma solo alle undici è arrivata l'ambulanza".
L'adolescente stava rientrando a casa alle 20 orario in cui, considera la madre, c'era ancora luce. Non riesce a dire altro la donna che si dispera pensando al figlio. Insieme a lei alcune persone vicine alla famiglia che chiedono che sulla strada su cui Chris ha perso la vita venga installata la giusta illuminazione: "Queste storie non devono più accadere, non devono morire altri bambini. Il Comune deve fare qualcosa, deve mettere la luce", conclude una di loro.
Intanto il conducente, che è scappato senza prestare aiuto, è stato rintracciato il giorno dopo l'incidente e denunciato a piede libero per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. L'uomo di 39 anni che abita a poca distanza dal luogo dell'investimento sostiene di non aver visto il ragazzo che camminava lungo la strada. "Non sono scappato, io quel ragazzino non l'ho proprio visto. Vi pare che se mi accorgevo di aver investito una persona, poi me ne andavo via come niente fosse?". Secondo la sua versione l'incidente sarebbe avvenuto alle 21:40 e al Corriere della Sera ha dichiarato: "Ho sentito un colpo, mi sono fermato, sono sceso, mi sono guardato intorno e non ho visto nulla. Pensavo di avere sbattuto contro un cartello stradale, perché poco lontano ce n'è uno tutto accartocciato".