TEST D'INGRESSO

Infermieri e fisioterapisti: a settembre oltre 70mila studenti all’assalto di 34mila posti per i corsi di laurea nelle professioni sanitarie

Crescono i fabbisogni occupazionali del sistema sanitario e, di conseguenza, anche i posti disponibili nei corsi di laurea che abilitano alle professioni sanitarie. Secondo una prima stima sarebbero 34mila le posizioni aperte

© Ansa

Mille posti in più rispetto allo scorso anno. Sono quelli a disposizione degli studenti e delle studentesse che puntano a sposare una delle 22 Professioni Sanitarie - come Infermieristica, Ostetricia, Fisioterapia, Logopedia, Dietistica, ecc. - in cui ci si può specializzare nelle università statali d’Italia.

Secondo la prima stima dei posti messi a bando dai 39 atenei pubblici che hanno attivato corsi del genere - effettuata per il sito Skuola.net da Angelantonio Mastrillo, Segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea Professioni sanitarie -  saranno circa 34mila i posti che si contenderanno gli aspiranti “tecnici” sanitari attraverso i test d’ingresso del prossimo 14 settembre, pari a un incremento del +3,2% rispetto all’anno precedente. Un trend che conferma i maggiori fabbisogni occupazionali del nostro sistema sanitario, a cui tuttavia sembrano mancare soprattutto medici specialisti: infatti in questo ambito il Ministro Bernini ha proposto alle Regione di incrementare i posti disponibili per il prossimo anno addirittura del 30%.

Le professioni sanitarie con più posti disponibili  

Ad assorbire la porzione più grande di queste “matricole”, come di consueto, sarà il corso in Infermieristica, per il quale sono messe a bando quasi 20mila posizioni (19.787). A seguire, ad ampissima distanza, troviamo Fisioterapia (2.694), Tecnico di Radiologia (1.554) e Tecnico di Laboratorio (1.351). Sopra i mille posti c’è da segnalare anche Ostetricia (1.173). Per fare un bilancio definitivo, però, bisognerà attendere notizie ufficiali dal Ministero dell’Università, in ballo potrebbero esserci circa altri 450 posti aggiuntivi. 

La carica dei 70 mila, tra corsi in overbooking e altri snobbati 

Anche per quanto riguarda le domande di ammissione, non è possibile tracciare un quadro definitivo, in quanto i bandi sono ancora aperti. Ma, seguendo le tendenze degli scorsi anni, ci si attendono circa 72 mila studenti interessati a iscriversi. Cosa accadrà davvero stavolta lo si capirà verso la fine di agosto, quando chiuderanno le procedure di iscrizione, anche se qualche università ha posticipato il termine alla prima settimana di settembre. Ovviamente, la consistenza di iscritti e di posti disponibili e, di conseguenza, le possibilità di accesso dipenderanno molto dai singoli atenei e dai singoli corsi. Da tradizione ci sono percorsi con tanti candidati per posto disponibile, come fisioterapia o logopedia, a cui fanno da contraltare corsi con meno aspiranti che posti messi a concorso, come quelli per tecnico audioprotesista. 

Da 30 a 150 euro per tentare l’accesso alla professione dei sogni 

Le uniche informazioni per ora certe, dunque, riguardano i costi e le modalità di svolgimento delle prove. Sul primo punto, il “prezzo” per sostenere l’esame di ammissione è rimasto quasi invariato rispetto allo scorso anno in tutte le Università, con un media di 54 euro. Così come si confermano particolarmente care, con il costo della tassa di iscrizione ai test fissato a 100 euro, le università di Novara, Pavia, Siena, Napoli Campania e Salerno. Al contrario, l’università di Cagliari continua ad essere la più economica (con una tassa di 26 euro), seguita a ruota da Milano Bicocca (30 euro) e Varese (che ha ridotto il costo di iscrizione da 100 a 30 euro, unica a fare uno sconto così consistente).

Tutt’altra storia nelle università non statali, dove la tassa di iscrizione varia da 70 a 150 euro, con la media pari a 111 euro. Diverse, qui, anche le date dell’esame di ammissione: si spazia dall’1 settembre di Humanitas University di Milano al 5 settembre della LUM di Bari, dall’8 della Cattolica di Roma e dell’università di Enna al 9 del Campus Bio-Medico di Roma. Mentre l’Università di Milano S. Raffaele e la UniCamillus di Roma hanno già svolto le prove, rispettivamente a marzo e a maggio scorsi. 

Il test? Ci pensano i singoli atenei

 Sul tema “questionari”, invece, va ricordato che per l’esame di ammissione ogni università prepara il suo test in modo autonomo. Tuttavia, anche per le Professioni sanitarie, circa oltre la metà dei 39 atenei statali si avvale del Consorzio CINECA per l’utilizzo di un questionario unico, come ad esempio si rileva nei bandi di ben 18 università: Novara, Trieste, Parma, Modena, Bologna, Firenze, Siena, Ancona, Perugia, Roma Tor Vergata, L'Aquila, Chieti, Salerno, Bari, Foggia, Messina, Cagliari e Sassari.