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Tre studenti su quattro condannati alle "letture forzate" dei grandi classici sotto l'ombrellone

Uno su sette prevede di non aprirne neanche uno, neanche per letture "di piacere"

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La tradizione di assegnare letture estive “obbligate” come compiti per le vacanze non conosce tramonto. Secondo un sondaggio svolto da Skuola.net - effettuato interpellando 1.500 alunni delle classi medie e superiori - ben 3 su 4 si sono visti affidare almeno un libro da leggere durante la pausa dalle lezioni. Testi che, però, nella quasi totalità dei casi si moltiplicano: per 1 su 2 i libri assegnati dai prof sono un numero variabile tra due e quattro, per quasi 1 su 5 sono cinque o più.

Libri imposti dai docenti

A rendere ancora più ostico il compito sono le modalità con cui si è arrivati alle assegnazioni. Ristrettissimo il margine di manovra degli studenti. Per la stragrande maggioranza le scelte sono state calate dall’alto: al 37% sono stati dati dei titoli ben precisi, un altro 36% ha potuto selezionare l’opera preferita ma sempre all’interno di una lista preconfezionata dal docente di riferimento, solo il 18% ha potuto fare un mix tra letture “imposte” e scelte personali, appena il 9% ha avuto carta bianca su cosa leggere durante le vacanze.

Non per questo, però, le ragazze e i ragazzi rinunceranno facilmente alle proprie passioni. La fetta più grande (50%) cercherà di portare a termine le consegne date in classe dedicando comunque un po’ di tempo a letture extra, non assegnate dai prof. Un’altra platea molto ampia (19%) pensa di rinunciare a qualche assegnazione scolastica per leggere i propri titoli preferiti. Molto più basico, invece, l’obiettivo del 17%: arrivare alla fine dell’estate avendo completato almeno un testo. Mentre 1 su 7 sembra aver già tirato i remi in barca e prevede di sfogliare nemmeno una pagina.

Due su tre ricorrono ai riassunti online

Una decisione azzardata, quella di questi ultimi, che però non è detto che avrà delle conseguenze negative. Qualcuno di loro, infatti, potrebbe rientrare in quel 18% che ha detto che le letture estive sono più un esercizio che un compito, non prevedendo una relazione o un riassunto da consegnare a settembre. Se così non fosse, c’è un’altra soluzione a portata di mano: ricorrere all'aiuto esterno. I più - il 59% di quelli che probabilmente non leggeranno nulla - si affideranno ai riassunti presenti online, il 15% chiederà una mano ad amici, adulti e compagni di classe. Ma circa 1 su 10 dice che non cercherà scorciatoie e si presenterà al cospetto del docente di riferimento senza relazione, accada quel che accada. 

La tentazione dell’aiutino, però, alberga diffusamente anche nella mente di quelli che qualcosa leggeranno. Tra loro, infatti, solo 1 su 4 proverà a farcela da solo. Il 41% proverà fino all’ultimo a non cedere alla tentazione di consultare riassunti online, ma non è sicuro di farcela. Il 14% già sa che cercherà su Internet una relazione pre-confezionata.   

I classici tra i libri gettonati dai prof

Ma, alla fine, cosa hanno assegnato più frequentemente i docenti. Stravincono i “classici”, da cui non possono sfuggire 9 studenti su 10: circa un terzo (32%) ha in elenco solo letture datate, oltre la metà (58%) ha però potuto mixarli con titoli più recenti. Appena il 10% si è confrontato con opere contemporanee. 

Entrando più nello specifico, la classifica delle letture estive più assegnata - stando a una rilevazione effettuata dalla stessa Skuola.net, basata sulle statistiche del proprio sito- è dominata da “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, a seguire “I Malavoglia” di Giovanni Verga, al terzo posto si piazza “Il barone rampante” di Italo Calvino. Ai piedi del podio troviamo ancora Pirandello, con “Uno, nessuno e centomila”. In quarta posizione c’è il primo autore straniero: Oscar Wilde con “Il ritratto di Dorian Gray”. Al sesto posto, invece, c’è la prima opera contemporanea: “Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda, anche se ormai può definirsi un “classico” anche lui. Stesso discorso per la settima piazza, occupata da Luigi Garlando e dal suo romanzo “Per questo mi chiamo Giovanni”, da anni ai vertici per quel che riguarda le letture scolastiche estive. Si torna indietro nel tempo per l’ottava posizione, dove troviamo “La locandiera” di Carlo Goldoni. Nono posto per un altro pilastro della letteratura mondiale, quale è “1984” di George Orwell. A chiudere la top10 uno dei libri più amati di sempre: “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.   

“Un dovere può trasformarsi in un piacere? La vita ci insegna che ciò avviene raramente. Pertanto non stupisce che a forza di imporre letture di libri come compiti - una tradizione secolare nel nostro sistema scolastico - gli studenti poi diventati adulti abbiamo abbandonato la lettura di libri per passione: lo scorso anno il numero di lettori attivi, secondo l’ISTAT, è sceso sotto la soglia del 40%. Ed è un vero peccato, perché i giovani di oggi sono in potenza dei voraci lettori: dagli 11 ai 24 anni si registra il maggior consumo di testi ”per piacere” rispetto alle altre fasce d’età. Visto che anche nel nuovo millennio la lettura di libri può rappresentare un valore aggiunto per la crescita dei cittadini, sarebbe auspicabile sperimentare nuove metodologie per trasferire, nel periodo scolastico, più il piacere che il dovere di leggere. Visto che nella scuola italiana la stragrande maggioranza degli studenti è costretta a leggere libri assegnati dai propri docenti”, così commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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