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Recupero del debito scolastico, i consigli degli esperti per superare la prova di "riparazione"

Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre migliaia di studenti saranno chiamati a recuperare i debiti formativi. In gioco c’è la promozione, e il passaggio alla classe successiva

Ansa

Estate sui libri per 1 studente su 5 alle scuole superiori, per cogliere l’ultima chance per non finire nella schiera dei bocciati. Sono esattamente il 18% coloro che non sono stati promossi ma nemmeno bocciati, con la possibilità di recuperare il giudizio sospeso attraverso un esame di riparazione, da svolgere entro i primi giorni di settembre. Solo superandolo, infatti, potranno accedere alla classe successiva. L’ultima spiaggia, purtroppo senza conchiglie e ombrelloni, per evitare la bocciatura.

Questo è infatti il rischio per chi non riesce a recuperare le lacune: ripetere l’anno. Per qualcuno la sentenza è già stata emessa: alcuni istituti hanno sbrigato la formalità già nel mese di luglio. Per tutti gli altri l’appuntamento è entro fine agosto - come previsto dalla normativa - o al massimo entro l’8 settembre, come da proroga concessa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

A loro si rivolge il portale Skuola.net che ha intervistato Valentina Vollaro e Salvatore Failla, Tutor della piattaforma di lezioni private Ripetizioni.it. La prima è esperta nelle discipline umanistiche, il secondo in quelle scientifiche: dalla loro esperienza in rimonte clamorose nasce una road map utile a tutti quegli studenti che, alle prese con il recupero estivo, non sanno proprio da che parte cominciare.

Corsi di recupero o lezioni private?

Per prima cosa, va detto che è sempre consigliabile seguire i corsi di recupero offerti dalla scuola, integrandoli all'occorrenza con delle lezioni private. Ne è certa Valentina Vollaro, in quanto “i corsi di recupero offrono per lo meno un’occasione di confronto con studenti che viaggiano ‘sulla stessa barca’, e in ogni caso forniscono una carrellata generale del programma e una riformulazione delle prospettive di studio dei diversi argomenti oggetto di lavoro”. Ma molto dipende anche dalle diverse variabili in gioco da tenere in considerazione. Come ad esempio fa notare Salvatore Failla: “Se il corso è dispersivo e magari tenuto dall’insegnante con cui lo studente ha avuto problemi nel corso dell’anno, potrebbe essere più funzionale il ‘fai da te’”. Magari con l’aiuto di un professionista ad hoc.

Niente corsi di recupero? Organizza il tuo studio in autonomia

Nel caso in cui la scuola non abbia organizzato corsi di recupero, infatti, allo studente non resta altra scelta se non quella di affidarsi a un Tutor, o come lo definisce Valentina Vollaro, “un’autorità competente – e non obbligatoriamente un professore – che possa dare almeno un orientamento su come gestire la preparazione nelle settimane venture”. Tuttavia, qualora questa ricerca non porti ai risultati sperati e si voglia optare per lo studio autonomo, il consiglio generale per affrontare una materia ostica è quello di “armarsi di un buon manuale, aiutarsi con tabelle, schemi, uso di colori e associazioni, fare pratica frequente e costante. Il tutto naturalmente condito da una grande dose di motivazione”.

Il Tutor è tuo alleato

In questo momento sicuramente impegnativo, gli studenti che decideranno di rivolgersi ad un Tutor avranno comunque una freccia in più nel loro arco. L’insegnante può essere in molti casi una vera spalla d’appoggio pronta a guidare lo studente con “strumenti di potenziamento e consolidamento delle conoscenze dell’allievo, arrivando a definire una tabella di marcia fondata, all’occorrenza, anche sul materiale didattico acquisito nell’ambito dei corsi di recupero a scuola”, come spiega Valentina Vollaro. Ed “è sempre indicato nel momento in cui ci sono lacune da recuperare e va fatto un percorso ad hoc per lo studente”, come sottolinea Salvatore Failla.

Riposati, ma non perdere l’allenamento nello studio

Il debito scolastico, si sa, è la croce di tutti quegli studenti che passeranno l’estate sui libri. Ma questo vuol dire rinunciare del tutto alle vacanze, o esiste un modo per conciliare studio e svago? Secondo i Tutor, in realtà, se lo studio è importante, il riposo lo è altrettanto: “La cosa più importante non è studiare a Ferragosto. Anzi, sono necessarie le dovute pause dallo studio ma ciò che conta è avere un piano di recupero”, sostiene Failla. Al riguardo, però, Valentina Vollaro suggerisce di non lasciarsi andare più del dovuto: “È assolutamente raccomandato non perdere l’abitudine dello studio. Personalmente propongo allo studente di dedicarsi allo studio ogni giorno, dando preferenza alle prime ore della mattina e alle prime ore della sera, quando il caldo è meno intenso e lo svago è minore”.

Matematica e Fisica: con il metodo scientifico vai sul sicuro

Il piano d’azione in vista dell’esame di riparazione deve essere pensato e orientato anche sulle materie oggetto del debito scolastico. Nel caso delle materie scientifiche, quindi Matematica, Fisica, e anche le Scienze, l’esperto ci spiega che la strada migliore è quella del “metodo di studio scientifico, che parte dalla teoria, passa per il formulario e poi va ad affrontare diverse tipologie di esercizio, in ordine: svolti; guidati; autonomi e a tempo. Ciò è fondamentale per avere tutto sotto controllo”.

Materie scientifiche, tutti possono riuscire se ben seguiti

Tuttavia per qualche studente la prova potrebbe rivelarsi più difficile del previsto. Da sempre infatti alcuni studenti si sentono meno ‘portati’ per le materie di stampo scientifico. Si tratterebbe però di uno stereotipo, come rivela il Tutor specializzato in queste discipline: “Non esistono persone non portate, esistono persone che hanno capito bene la materia e persone che l’hanno capita meno bene. La colpa è spesso e volentieri del contesto, quindi può essere dovuto a un problema con un professore o a casa”. Ma la soluzione esiste: “Io consiglio di intervenire subito con delle lezioni private, per recuperare e portarsi al passo con la classe, e affrontare con tranquillità gli anni successivi di studio”.

Mappe concettuali per lo studio della Letteratura e della Storia

Se il metodo di studio da mettere in atto deve rispondere alla materia oggetto della prova di riparazione, nel caso delle materie a carattere prevalentemente nozionistico, come letteratura e storia, il metodo più efficace rimane quello schematico. “Il mio consiglio personale, riguardante la creazione vera e propria dello schema, è poi l’uso abbondante di spazi, che consenta una netta distinzione tra i vari concetti collegati tra loro, e un impiego differenziato di evidenziatori, matite, pennarelli, o semplicemente penne colorate. È bene infatti che lo studente si abitui a memorizzare ogni idea associando un colore diverso”, rivela Valentina Vollaro.

Studio e ripasso delle lingue straniere: il confronto chiave con un madrelingua

Discorso a parte per le lingue straniere, il cui livello di conoscenza a scuola viene misurato sul piano parlato e sul piano scritto. Stando così le cose, l’insegnante specializzata suggerisce due trucchi per allenare e migliorare il livello di conoscenza di una lingua: “La conversazione con un madrelingua, o almeno una persona bilingue, su temi di interesse quotidiano o di ambito settoriale, a seconda del livello di bisogno; il lavoro autonomo su audiolibri, prodotti ormai da molteplici case editrici. Per ottimizzare il livello di produzione scritta, infine, consiglio il classico esercizio di riformulazione, ossia di sintesi, del testo”, spiega la Tutor.

Lingue classiche, le parole d’ordine sono ‘pratica’ e ‘costanza’

Nel caso invece delle lingue classiche, gli studenti avrebbero certamente bisogno di un metodo che gli permetta di migliorare nella traduzione. Non esistendo però la bacchetta magica, c’è solo un’attività da praticare in questo caso, vale a dire “l’esercizio frequente e costante”. Secondo Vollaro, infatti, “soltanto una pratica continua può permettere un incremento del rendimento scritto, così come unicamente da una produzione assidua possono risultare eventuali carenze metodologiche”.

Affronta la prova di riparazione come fosse una qualsiasi verifica

Dopo la lunga fase di preparazione, si arriva poi al punto della questione: la prova di riparazione. Qual è il modo giusto per affrontarla? Una domanda da un milione di euro, che conta più risposte. La prima cosa da fare, secondo Vollaro, è avere il giusto approccio: “Lo studente dovrà avere un atteggiamento nei confronti del compito non diverso, tutto sommato, da quello di una qualsiasi altra verifica già affrontata nel corso dell’anno”. Quindi la buona riuscita del compito passa prevalentemente dal grado di preparazione dello studente e da “una profonda sicurezza del candidato, che avrà avuto i suoi riflessi nel corretto svolgimento del compito e, cosa ancora più importante, nella gestione del tempo”

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