I videogiochi si sono evoluti rapidamente sin dalla nascita, sfruttando il progresso tecnologico per cambiare faccia costantemente e cercare di offrire esperienze sempre più coinvolgenti. Uno dei quesiti che gli appassionati si pongono più spesso riguarda il ruolo che i videogame avranno sulle generazioni future, e se queste saranno capaci di apprezzare ciò che ha permesso al settore di evolversi. Per preservare la storia videoludica, l'archivio nazionale australiano ha deciso di raccogliere i classici del retrogaming per dare la possibilità ai posteri di riscoprire il passato.
Dell'immenso catalogo in possesso del National Film and Sound Archive (NFSA) australiano non fanno parte solo i videogiochi con cui molti giocatori sono cresciuti in Australia, ma anche le console vintage necessarie per avviarli e giocarli.
Dagli home computer di Atari o alle soluzioni di Commodore come Vic-20 e l'inconfondibile Commodore 64, senza dimenticare le storiche console prodotte da SEGA, NFSA ha avviato un progetto che punta a raccontare la storia dell'industria informatica australiana e dei giochi che hanno intrattenuto intere generazioni, con l'intento di riconoscere il ruolo cruciale del paese in un'industria mondiale multimiliardaria. Progetti simili sono da tempo esistenti anche in altre nazioni (Italia inclusa), ma è di certo ammirevole che il popolo australiano voglia preservare la propria storia anche attraverso un medium relativamente giovane come quello dei videogiochi.
I curatori non si limitano tuttavia a raccogliere i classici del retrogaming a tema australiano, ma anche quelli con un coinvolgimento creativo tipico del posto, incluso il design. Di recente, il governo ha annunciato un'importante compensazione fiscale, nella speranza di far crescere ulteriormente l'industria dei videogiochi.
L'amministratore delegato di NFSA, Patrick McIntyre, ha dichiarato che la conservazione dei videogiochi australiani è un'estensione naturale del lavoro dell'istituzione. "Dal 1935, quando la collezione è iniziata, siamo sempre stati una collezione audiovisiva di ampio respiro", ha dichiarato. "C'erano i film, ma anche i suoni registrati fin dai primi giorni. Siamo tenuti a raccogliere e conservare tutti i tipi di suoni registrati, ma anche tutto ciò che può essere visto su uno schermo. Raccogliamo tutto ciò che è stato prodotto in Australia con sovvenzioni pubbliche. I videogiochi sono manufatti culturali caratterizzati da suoni e immagini in movimento".
McIntyre ha spiegato come i videogiochi siano diventati sempre più popolari in Australia con l'avvento della tecnologia dei personal computer negli anni '80 e di come oggi siano una delle forme di intrattenimento domestico più amate. "I videogiochi vengono utilizzati per la salute mentale e per scopi educativi. Sono molto rilevanti e rappresentano un'importante espressione della cultura audiovisiva in Australia nel XXI secolo", ha dichiarato. "Dobbiamo impegnarci a raccogliere non soltanto ciò che viene prodotto ora, e documentare perché è significativo, ma anche andare indietro negli ultimi 40 anni".
Per il personale di NFSA, il progetto sui giochi retrogaming è stato un viaggio nel tempo fino a rivivere propria infanzia. "Vedere tutti i diversi membri del personale che si sono soffermati su qualcosa del tipo: 'Oh, io giocavo a questo', o 'Avevamo un Atari a casa', o 'Io e il mio vicino di casa giocavamo su Nintendo 64'", ha affermato la curatrice dell'archivio Jo McMahon. "C'è sicuramente molta nostalgia". Dato che non tutti hanno modo di accedere a una tecnologia ormai obsoleta, parte del progetto prevede la digitalizzazione dei giochi e la loro scomposizione in componenti che possano essere riprodotti su emulatori moderni.
Non si tratta, tuttavia, esclusivamente di ore di divertimento trascorse con i vecchi videogame: trovare sistemi di gioco d'epoca funzionanti e preservare la tecnologia in declino rappresenta una vera e propria sfida per l'archivio. "È molto di più che prendere l'oggetto e digitalizzarlo, perché dobbiamo affrontare le sfide tecnologiche, quelle del copyright e altre problematiche simili", afferma McMahon. "Oggetti di plastica e metallo non sempre si adattano bene allo scorrere del tempo".
La curatrice ha sottolineato come il lavoro degli archivisti non si stia rivolgendo solo all'accesso del tempo presente, ma anche a quello di cento o duecento anni a venire "Dobbiamo raccogliere e conservare il materiale di partenza in modo da poter disporre, tra centinaia di anni, della migliore gamma possibile di materiale audiovisivo e cultura australiana", afferma McMahon, confermando come i membri di NFSA siano desiderosi di ascoltare chiunque abbia aneddoti sui primi tempi dell'industria australiana dei giochi per computer, o sia in possesso di vecchie tecnologie in ottime condizioni, per poter arrivare a una certa esaustività del progetto.
Chissà se tra qualche tempo i giocatori di un futuro più remoto non riescano a trarne giovamento nelle pause della propria vita quotidiana.